Il Pdl è nato per semplificare Iniziamo dalle Europee

Con tutto quel che ne è seguito, a cominciare dalla discussione, anche ruvida, con quelli che allora erano gli alleati della Casa della Libertà. Non sarebbe onesto affermare che quanto già accaduto in campo avverso non abbia agevolato il nostro percorso unitario. Ma rispetto alle modalità ingegneristiche con cui il «progetto Pd» ha preso forma, noi abbiamo seguito un'altra strada. E, pur essendo partiti dopo, siamo molto più avanti. Come dimostra il dibattito sulla collocazione nell'ambito delle famiglie europee, sotto il profilo delle idee, dei principi e dei contenuti, ciò che ci unisce è molto più di ciò che ci divide. È un grande vantaggio, ma anche una grande responsabilità che non ci è consentito disattendere. Al dibattito inaugurato su queste pagine da Maurizio Gasparri vorrei contribuire parlando di un'esperienza che ci coinvolge entrambi. In meno di un mese in Senato abbiamo smontato due macchine complesse come i gruppi parlamentari e ne abbiamo ricostruita una sola: un solo ufficio legislativo, un solo ufficio aula, un solo ufficio stampa, una sola segreteria generale e via di questo passo. Alla Camera è avvenuta la stessa cosa. E non si tratta solo della progressiva fusione di due classi dirigenti: abbiamo riunito sotto un'unica bandiera tutte le strutture dalle quali dipende il successo di un partito nell'agone dell'assemblea rappresentativa. Non solo: se nei gruppi di Camera e Senato si è scelta la formula «binaria» — un capogruppo ed un vicario — per gestire la fase di transizione, nelle commissioni parlamentari si è già andati oltre: in ognuna di esse vi è un solo capogruppo che coordina tutti i senatori del PdL senza distinzione. È stato ed è un percorso impegnativo. Ma i progressi compiuti in poche settimane autorizzano ad essere ottimisti. E aggiungo che, se quanto avvenuto in Parlamento si verificasse in ogni assemblea elettiva, ad ogni livello territoriale, un altro grande passo in avanti sarebbe compiuto. Costruire il PdL in ogni sua articolazione sarà certamente più complesso che dar vita ad un gruppo parlamentare unitario. Quel che è importante, adesso, per quanto riguarda Forza Italia e Alleanza Nazionale, è che il percorso sia speculare e non vi siano asimmetrie. Occorre che il processo spontaneo sia incoraggiato da un disarmo bilaterale: se ad esempio uno dei due partiti effettua la campagna di tesseramento, deve farlo anche l'altro; se uno dei due rinuncia, sarebbe bene che anche la controparte desistesse. In ballo non c'è solo il futuro di un partito: c'è la capacità di far sì che la semplificazione voluta dagli elettori non sia solo una parentesi. Per far questo, è necessario anche che il nuovo scenario sia consolidato dal cambiamento delle regole del gioco. A cominciare dalla legge elettorale per le europee.