«Il cittadino ha diritto di essere informato»
La precisazione del Guardasigilli Angelino Alfano - «non si tratta di pene che possano comportare la custodia in carcere» - non convince affatto Ordine e Federazione della stampa, che bocciano con forza il provvedimento e ribadiscono il loro no alle limitazioni del diritto di cronaca. Martedì 17 giugno una riunione straordinaria della Giunta della Fnsi deciderà sull'adozione di eventuali iniziative, non escluso lo sciopero, strumento che fu già valutato e realizzato nel caso del ddl Mastella sullo stesso tema. «Le nostre posizioni sui provvedimenti che limitano il diritto di cronaca non sono mai cambiate», avverte il segretario della Fnsi, Franco Siddi, il quale si augura che l'uso di un ddl anzichè di un decreto legge «consenta al Parlamento di avviare una profonda revisione» di un provvedimento «vistosamente contrario alle convenzioni internazionali». Sulla stessa linea l'Unione nazionale cronisti, che ricorda come la Corte di Strasburgo abbia già «condannato la pretesa di mandare in carcere i cronisti che informano i cittadini sulle indagini giudiziarie, riconoscendo a giugno 2007 «la prevalenza del diritto del pubblico di essere informato». Per il presidente dell'Ordine, Lorenzo Del Boca, «il cittadino deve domandarsi se, con l'applicazione dei provvedimenti del governo, otterrà più o meno informazioni. Se ne otterrà di meno, significa che un laccio, un altro, è stato stretto fra le penne e i microfoni dei giornalisti. Con buona pace della libertà che si trova a zoppicare ancora di più». Critica anche la Fieg. Dice Biancheri: va punito in primo luogo chi, violando il dovere di mantenere il segreto sul contenuto di una intercettazione, l'ha comunicata o lasciata trapelare all'esterno.