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Aveva detto che si sarebbe dedicato alla famiglia e ai ...

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E invece, rivela il Velino in una esclusiva, è febbrile il lavorio di Prodi per centrare un obiettivo ambiziosissimo, paragonabile all'operazione che - dopo la caduta del suo governo nel 1998 - lo portò al vertice della Commissione europea a Bruxelles. Il Professore punta a un rientro in grande stile: la guida dell'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura. A far gola a Prodi non sarebbero tanto le competenze dell'Unesco in materia di education, e neppure quelle in materia di bioetica, quanto piuttosto le competenze in materia di beni culturali e ambientali. Una mission fondamentale dell'Unesco è infatti quella di curare la cooperazione internazionale per la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del pianeta. Ed è facile comprendere che una gestione politica e non meramente tecnico-burocratica di questo incarico consentirebbe al presidente dell'Unesco di costruire e consolidare una rete di relazioni con primi ministri, ministri degli Esteri, organizzazioni sovranazionali, grandi realtà economico-finanziarie, degne di un Segretario generale dell'Onu. Prodi è determinatissimo, a quanto risulta al Velino. Naturalmente, per entrare in corsa, avrebbe bisogno del sostegno formale dell'Italia. E la preoccupazione degli ambienti prodiani non sarebbe tanto legata a quello che potrà essere l'atteggiamento del governo, quanto a possibili veti od ostacoli frapposti dal Loft veltroniano. Mentre il portavoce Silvio Sircana smentisce, spiegando che Prodi non sta lavorando per la poltrona dell'Unesco.

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