Compagni di tutto il mondo unitevi: Fausto è vivo e lotta ...
Ma l'ex presidente della Camera non è qui in veste di leader politico. Bertinotti è il direttore della rivista Alternative per il socialismo e ha organizzato una giornata di studio dal titolo emblematico: «Le ragioni di una sconfitta». Il pubblico è quello delle grandi occasioni. Ci sono «amici di mondanità» come Mario D'Urso e gli «intellettuali organici» come il fondatore del Manifesto Valentino Parlato e il consigliere di amministrazione Rai Sandro Curzi. C'è il «passato» di Rifondazione rappresentato da Franco Giordano e, forse, il «futuro» con Nichi Vendola. Ma, soprattutto, ci sono tutti quelli che, in un modo o nell'altro, «corteggiano» Bertinotti. Alcuni, ovviamente, te li aspetti. Ad esempio Claudio Fava (il nuovo coordinatore della Sinistra Democratica di Fabio Mussi) o l'apolide Achille Occhetto. Altri, invece, sembrano arrivati giusto giusto per alimentare il gossip politico. È il caso di Nicola Latorre, braccio destro di Massimo D'Alema che, dicono, stia pensando ad un asse con Fausto in funzione anti-Veltroni. E sarà per questo, forse, che il segretario ha inviato, per marcarlo a uomo, il suo braccio destro: Goffredo Bettini. Bertinotti spiega a tutti i motivi della sconfitta: il bilancio totalmente negativo della partecipazione al governo Prodi e «l'improvvisazione» con cui è stata messa in piedi la Sinistra l'Arcobaleno. Punta il dito contro la sinistra che ha dimenticato la propria tradizione o, semplicemente, «l'ha congelata». Si ferma qui. Sottolinea che, senza la sinistra in Parlamento, si è instaurato un «regime leggero», ma non parla dei futuri rapporti con il Pd. Di quelli, ormai, non se ne occupa più.