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Nicola Imberti [email protected] «Per ora è un dibattito ...

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La discussione sulla collocazione europea del Pd, si spiega, dovrà svolgersi nelle sedi e nei tempi opportuni. E non è un caso che, partecipando ad un convegno dei socialisti tedeschi a Berlino, il segretario Walter Veltroni cerchi di prendere tempo. «La collocazione futura del Pd nel Parlamento europeo - replica incalzato dai giornalisti - è materia di evidente delicatezza, sulla quale stiamo cercando di trovare una soluzione che corrisponda al nostro obiettivo: promuovere un campo che tenga insieme le forze riformiste. Mi auguro che ci siano le condizioni affinché questo avvenga a cavallo delle elezioni del Parlamento europeo per arrivare, subito prima o subito dopo, a questa configurazione più ampia delle famiglie politiche europee». L'orizzonte, insomma, è il 2009. Per quella data Veltroni spera di poter trasformare il «Partito socialista europeo» nel «Partito dei socialisti e dei democratici» formazione cui il Pd italiano potrebbe, eventualmente, federarsi. Una cosa è certa: il Pd non formerà un gruppo autonomo (come chiesto da alcuni ex Ppi) e non entrerà nel gruppo misto. «Sarebbe sciocco - continuano gli uomini vicini a Veltroni - in un Parlamento Ue formato da due grandi famiglie, il Ppe e il Pse, non schierarsi con i riformisti. Anche perché, significherebbe consegnare alla sinistra un ampio bacino di voti». Ma la strada è tutta in salita. L'ultimo ad unirsi al coro dei no è l'ex presidente del Senato Franco Marini che suggerisce un Pd «autonomo in Europa» e comunque slegato dal Pse. Duro anche l'ex Udc Marco Follini che bolla l'adesione al Pse addirittura come «ipotesi lunare». Insomma, nonostante le dichiarazioni ufficiali, la spaccatura è piuttosto netta: da un lato gli ex Dl (nuovamente compatti), dall'altro gli ex Ds. Una situazione che si è presto trasformata nell'ennesima puntata di un antico scontro: quello tra Walter Veltroni e Francesco Rutelli. L'ex vicepremier, relegato in un angolo dalla sconfitta alle comunali di Roma, ha infatti colto la palla al balzo e ha subito cercato di mettersi a capo della protesta anti-Pse recuperando parte della visibilità perduta. In poche parole è tornato al suo vecchio impiego: quello di leader della Margherita. E in molti giurano che non retrocederà anche perché il momento per il Pd non è dei più felici e le «ruggini» post-elettorali sono molte. Da oggi fino a giovedì, comunque Veltroni sarà a Napoli per partecipare ad un seminario organizzato dal Pse. La speranza è che, almeno da lì, arrivino buone notizie.

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