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Di Pietro: «È un progetto criminogeno» Alfano: «Nessuno vuole ostacolare i pm»

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Gli replica il ministro della Giustizia Angelino Alfano, spiegando che «nessuno vuole comprimere le indagini o togliere ai magistrati il potere di indagare, ma razionalizzare il sistema e contenere le spese», visto che i costi delle intercettazioni incidono «per oltre un terzo sul bilancio della Giustizia». In parallelo allo scontro, dalle dichiarazioni degli esponenti dei maggiori schieramenti politici, emerge tuttavia la comune preoccupazione di meglio tutelare il diritto alla riservatezza dei cittadini. Un aspetto, quest'ultimo, su cui si sono espressi con accenti non dissimili l'Anm e il Garante della privacy. Se il leader dell'Idv Di Pietro ritiene che «non è degno di uno stato di diritto che, di fronte al crimine, vengano eliminati gli strumenti a disposizione per combatterlo», il segretario del Pd, pur ribadendo che «i magistrati hanno il diritto di eseguire le intercettazioni ogni volta che lo ritengono necessario», sottolinea che «quella che deve essere tutelata è la privacy dei cittadini che non sono sotto inchiesta e che non hanno commesso reati». Tema che sta a cuore al suo compagno di partito Giorgio Merlo, preoccupato dall'eventualità che si sollevi «l'ennesimo polverone tra chi difende pregiudizialmente le intercettazioni anche contro qualsiasi tutela della dignità delle persone, e chi, invece, le ostacola altrettanto ideologicamente». Il Garante della privacy è convinto che «un intervento legislativo sia opportuno» e che siano maturi i tempi per trovare il «giusto equilibrio» tra esigenze dei giudici e diritti dei cittadini. La maggior parte degli esponenti del Pdl confermano la necessità della «stretta» proprio per tutelare la sfera privata dei cittadini, e per quella di ridurre le spese eccessive. «È necessaria una stretta, e bene ha fatto Berlusconi a deciderla», dice Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia, convinto che gli italiani «non sono liberi di parlare serenamente al telefono: ciò non è ammissibile in un Paese libero». «Un taglio agli sprechi ed una stretta alle intercettazioni inutili, che finora hanno solo alimentato morbosa curiosità », gli fa eco il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Dalla Lega si precisa che le misure contro le intercettazioni «non saranno assolutamente una norma salva-casta». Il Carroccio infatti sottolinea che ritiene che questi strumenti non dovranno subire limitazioni nelle inchieste inchieste riguardanti i reati di concussione e corruzione.

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