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Il premier annuncia che nel prossimo Consiglio dei ministri ...

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Ma subito esplode la polemica. Da una parte, gli esponenti della maggioranza e dell'esecutivo. Dall'altra, le toghe, l'opposizione e i sindacati dei giornalisti. Il ministro della Giustizia punta l'indice sul costo dei controlli. «Le intercettazioni oggi costano il 33% dell'ammontare complessivo delle spese per la giustizia. Questo è un eccesso e occorre porvi rimedio - ha detto Angelino Alfano a Catania, rispondendo ai cronisti sul progetto annunciato da Berlusconi - Occorre porvi rimedio tutelando la privacy dei cittadini, non debilitando la forza delle indagini». Il presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio averte che «le investigazioni non possono essere usate come una rete da pesca». Giulia Bongiorno suggerisce che vadano ristrette «a monte» e lo si può fare, affidando il vaglio sulle intercettazioni a un giudice collegiale. Il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, ha definito «culturalmente e politicamente grave» che una parte della magistratura chieda di estendere a dismisura l'elenco dei reati per i quali si possa continuare a fare intercettazioni senza limiti. «Se si seguissero queste indicazioni, paradossalmente - ha argomentato Capezzone - si finirebbe per intercettare il 100% degli italiani, capovolgendo ogni logica: insomma, prima ti intercetto, e poi vediamo se e cosa hai combinato. Tutto ciò è evidentemente assurdo, e protrarrebbe la situazione attuale, che è pesantemente lesiva della riservatezza di tanti cittadini - ha proseguito - Qui in Italia, per certa magistratura, le intercettazioni sono come il pentitismo. E così, anzichè indagare, si intercetta a tappeto». All'attacco dell'ipotesi governativa, toghe e minoranza. I magistrati avvertono: così si rischia di fatto di depenalizzare alcuni reati. «Lo strumento delle intercettazioni è fondamentale per le investigazioni non solo sui reati più gravi, ma anche per quelli comuni come le estorsioni - ha detto il presidente dell'Anm Luca Palamara - Una selezione drastica rischia di restringere la possibilità di indagare». Certo, ammette il leader del sindacato delle toghe, «altra cosa è la pubblicazione delle intercettazioni: va trovato il giusto equilibrio tra il diritto alla riservatezza e quello all'informazione». «Un maggior rigore nel rispetto della privacy è doveroso - riconosce Edmondo Bruti Liberati, procuratore aggiunto a Milano e presidente di Magistratura democratica - ma per diversi tipi di reati le intercettazioni sono strumenti essenziali per raccogliere prove; escluderle per corruzione, concussione, insider trading, significa di fatto depenalizzare questi reati». Dura l'opposizione. «Berlusconi perde il pelo ma non il vizio. Ridurre la possibilità di effettuare intercettazioni impedirà alla polizia e alla magistratura di scoprirne e perseguirne altri non meno gravi come le rapine, le concussioni, le corruzioni, le truffe ai danni dello Stato - ha dichiarato il ministro della Giustizia del governo ombra del Pd Lanfranco Tenaglia - Con questo provvedimento non si fa altro che garantire impunità e intralciare il lavoro delle forze dell'ordine». Per il capogruppo dell'Idv alla Camera Massimo Donadi «l'eliminazione delle intercettazioni annunciata dal governo è inaccettabile perchè sono uno strumento indispensabile nella lotta al crimine e per garantire la sicurezza dei cittadini. L'idea del carcere per i giornalisti, poi, è assurda. Un tentativo di imbavagliare la libertà d'informazione».

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