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«Via libera alla sperimentazione»

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E, di fronte all'emergenza-alimentazione, invoca un ruolo di maggiore protagonismo per l'agricoltura europea. Presidente, ma gli Ogm sono o no il «diavolo»? «Non sono pregiudizialmente contrario. Ritengo che si debba dar voce alla comunità scientifica italiana e, dopo una risposta chiara sui loro effetti, la politica deve avere il coraggio di dare il via a sperimentazione e coltivazione. È necessario slegare il tema da atteggiamenti ideologici e populistici». Gli Ogm potrebbero risolvere il problema della fame nel mondo? «L'accostamento ai temi della fame è naturale. Ma non credo che gli Ogm siano il rimedio assoluto. E poi non devono, ad esempio, creare dipendenza diretta nei consumatori». Torniamo quindi alla sperimentazione... «Esatto. Ma la sperimentazione in Italia è vietata. Per questo i ministeri competenti dovrebbero dare il via libera. In Francia di recente è stata approvata una legge sulla coesistenza fra coltivazioni tradizionali e biotech. La contaminazione si può evitare, basta avere la volontà e le relative conoscenze scientifiche». E il principio di precauzione? «In Europa è già stato adottato. Le uniche varietà autorizzate alla coltivazione sono soggette a verifiche delle autorità Ue, com'è avvenuto per il mais "mon810" della Monsanto». L'Europa come si comporta? «In modo anomalo. Importa e commercializza gli Ogm, ma non li coltiva». Un piano Ogm-free da noi è possibile? «È difficile. Prendiamo le proteine vegetali, come la soia. Ne importiamo il 90% dall'estero e, di questa percentuale, oltre l'80% è biotech. Proteine che entrano nella catena alimentare nella forma di mangimi. Il problema è che le frontiere italiane sono aperte e lo saranno sempre di più. E nel mondo ci sono 110 milioni di ettari a coltivazione biotech». Da che dipende la crisi alimentare? «Dall'aumento dei consumi nei Paesi poveri e dal cambio delle abitudini alimentari». I rimedi? «Rafforzare la produzione agricola. Il congresso Usa ha approvato un Farm Bill che aumenta di 25 miliardi di dollari gli investimenti. L'Europa in 18 anni è passata dal 70% al 35% del bilancio». I prezzi scenderanno? «Stanno già scendendo per effetto dell'aumento della produzione negli Usa e in Canada. E la superficie coltivata a frumento in Italia è aumentata di 390 mila ettari». I vertici della Fao servono a qualcosa? «Si parla molto, si decide poco. Sono l'Onu e l'Ue che devono fare una sintesi operativa».

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