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Silvio rilancia l'Italia. Intesa con Sarkozy, pace fatta con Zapatero

Berlusconi e Ban Ki-Moon

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Dall'incontro con il premier spagnolo Zapatero a quello con il presidente francese Sarkozy, Berlusconi ha ridefinito i rapporti con i partner europei, smussato certe asperità specie con gli spagnoli sul tema dell'immigrazione, riaperto il canale di una collaborazione sul piano industriale con i francesi (dall'Alitalia al nucleare) ma soprattutto ha voluto definire per l'Italia un posto di centralità nelle politiche europee e nelle strategie del Mediterraneo. La giornata è cominciata per Berlusconi con l'intervento alla conferenza della Fao sulla sicurezza alimentare, in qualità di presidente dei lavori. Nel suo discorso ha insistito sulla necessità di essere operativi («è il tempo delle azioni rispetto a quello delle parole e occorre mettere a disposizione risorse concrete») e ha lanciato la proposta che i fondi destinati agli Stati membri per gli aiuti a sostegno della fame nel modo non vengano conteggiati negli impegni di bilancio previsti dai trattati europei. Berlusconi ha poi assicurato che l'Italia parteciperà al prossimo vertice dei capi di stato e di governo della Ue a Bruxelles il 18 e il 19 giugno, con la «missione» di convincere gli altri Paesi dell'Unione ad accettare la proposta di Roma. Quindi ha plaudito all'impegno del presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha annunciato che la Francia stanzierà 1 miliardo di euro, nel corso dei prossimi 5 anni, per lo sviluppo agricolo dei Paesi dell'Africa sub-sahariana. Ma è nei due incontri con il premier spagnolo Zapatero e il presidente francese Sarkozy che Berlusconi ha vestito i panni dello statista. Se la questione dell'immigrazione aveva creato della tensione con Madrid ieri è stata l'occasione per un chiarimento ma anche per correggere il tiro. «Nessuna ombra sui nostri rapporti, stiamo lavorando insieme su alcuni problemi centrali per l'Europa» ha detto Berlusconi al termine dell'incontro ribadendo l'«amicizia» tra i due Paesi. E Zapatero gli ha ricambiato la cortesia definendo l'Italia «un Paese fratello» con il quale definire una politica comune sui temi della crisi alimentare, dell'aumento del prezzo del petrolio e dell'immigrazione. Dopo è stata la volta di Sarkozy ricevuto a Palazzo Chigi. Un incontro a tutto campo nel quale sono stati toccati i temi dell'immigrazione e della sicurezza ma sono state gettate anche le basi di una collobarazione sulle politiche industriali a cominciare dalla realizzazione di infrastrutture di collegamento tra Francia e Italia, al nucleare, a una nuova apertura a Air France come partner per Alitalia. «Siamo due paesi molto amici e cercheremo di sviluppare il più possibile le partecipazioni industriali e gli scambi commerciali» ha precisato Berlusconi al termine dell'incontro. Il premier ha sottolineato che «l'Italia appoggia il progetto per l'Unione Euromediterranea». I due hanno liquidato anche le insinuazioni maligne di certa stampa d'oltralpe sull'eccessiva vicinanza tra Parigi e Roma. «Il sarkoberlusconismo? Dovremmo scriverci un libro, non solo dare una risposta semplice qui» ha risposto Berlusconi mentre per Sarkozy «si tratta di una ossessione di chi non ha nient'altro da fare». Il Cav ha sorvolato sulla questione del no di Berlino ad un ingresso di Roma nel 5+1, il gruppo di Paesi che media sul dossier nucleare iraniano. «Se c'è da dare una mano siamo disponibili, ma non c'è nessuna preoccupazione» da parte dell'Italia. Il premier ha incassato il sì francese a porre gli aiuti contro la fame fuori dai vincoli di bilancio Ue. Berlusconi ha quindi riaperto a Air France. «All'Alitalia serve un partner internazionale e Air France è una buona soluzione». Ma no a una vendita. «Le condizioni poste da Af e non corrispondevano all'interesse italiano di non privarsi di una compagnia di bandiera». Collaborazione tra i due Paesi anche sul nucleare. Sarkozy ha detto che se l'Italia vuole il nucleare Parigi «sarà lieta di lavorare insieme». Collaborazione per la realizzazione del tunnel del Frejus. Berlusconi è stato chiaro: «Una minoranza non potrà opporsi». La giornata si è conclusa con una cena a Villa Madama. Prima della cena Berlusconi ha sottolineato che Ban ki-Moon ha applaudito alla proposta italiana affinchè «l'Ue possa togliere dal computo del deficit gli aiuti ai Paesi che necessitano di sostegno maggiore».

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