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Un piano globale per frenare i prezzi

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Ed è proprio per tentare di dare risposte all'emergenza alimentare, che questa mattina, a Roma, nella sede della Fao, s'incontreranno 40 capi di Stato e di governo provenienti da tutto il pianeta. A fare gli onori di casa saranno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini, l'intervento del capo dello Stato e del premier sarà occasione anche per dare alle delegazioni di alcuni stati appuntamento al G8: «diranno che la crisi alimentare e i problemi del cambiamento climatico - ha spiegato ieri il titolare della Farnesina - dovranno essere al centro dei lavori del G8 a presidenza italiana». «Il presidente del Consiglio - ha aggiunto Frattini - delineerà le linee che svilupperemo durante la presidenza del G8». La parola passerà poi al segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha più volte lanciato un monito sul rischio di «crisi a cascata», se non verranno garantite risposte adeguate alla crisi alimentare in atto e in particolar modo all'aumento senza precedenti dei prezzi dei generi di prima necessità. Ban Ki-moon presenterà un piano globale per affrontare i rincari: «L'aumento senza precedenti dei prezzi dei generi alimentari sta avendo un impatto devastante sui più poveri tra i poveri - ha spiegato il segretario dell'Onu ieri, appena giunto a Roma - Ci sono state sommosse per il cibo. Se non viene gestito in maniera adeguata questo problema, si possono innescare a cascata altre crisi, con effetti negativi sulla crescita economica, sul progresso sociale e persino sulla sicurezza politica nel mondo». Per Ban Ki-moon la crisi in atto è «il prezzo che stiamo pagando per aver sottovalutato la necessità di investire nell'agricoltura». La crisi delle scorte mondiali di cereali era già stata lanciata dalla Fao, che un anno fa parlava di minimi storici, registrando il livello di 420 milioni di tonnellate, il valore più basso dal 1983. Proprio il 2007 è stato anche l'anno dell'allarme clima lanciato dall'ultimo rapporto del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc). Nel 2008 la produzione di cereali crescerà del 3,8%, arrivando a toccare 2,191 milioni di tonnellate, ma questo non riporterà i prezzi alla normalità a causa della necessità di ricostituire le scorte e per l'aumento della domanda globale, proveniente soprattutto dai Paesi emergenti come Cina e India, dove la dieta sta cambiando: oggi, in Cina si consumano 50 kg di carne all'anno, rispetto ai 20 kg consumati nel 1985. Legato a doppio filo alla questione della dieta c'è il problema dell'acqua e dei biocarburanti, la cui domanda, secondo l'Onu, aumenterà di 12 volte entro il 2016, passando da 15 a 110 milioni di tonnellate. Per fronteggiare i cambiamenti climatici la Fao propone poi interventi di taglio delle emissioni di gas serra e di adattamento soprattutto per l'agricoltura. E su questo tema si auspica che dal vertice Fao emerga un accordo tra i Paesi per investire su pratiche agricole sostenibili e adottare politiche per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

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