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Tremonti supera l'esame Ue

Tremonti

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Tremonti poi ha avuto un incontro con il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia con il quale è entrato nei dettagli. Il piano di Tremonti ha come punti caratterizzanti lo stop al turn over degli statali e una prima tranche di liberalizzazioni. Misure che consentiranno al Tesoro di tagliare le spese per circa 10 miliardi di euro. Il provvedimento anticiperebbe gli effetti della Finanziaria 2009 (ai primi di luglio) e conterrebbe anche una serie di riforme strutturali in grado di far ripartire l'economia italiana. Di questi 10 miliardi, 3-4 dovrebbero venire dalla pubblica amministrazione con l'eliminazione degli enti inutili, ma anche con un sostanzioso sfoltimento delle spese improduttive. I tecnici del ministero stanno anche mettendo a punto una riedizione del blocco del turn over che potrebbe prevedere una nuova assunzione ogni otto lavoratori messi in pensione. Un pacchetto che dovrebbe prevedere anche l'avvio della dismissione del patrimonio pubblico. Con l'approvazione di questo piano i ministri delle Finanze dell'Europa chiuderanno definitivamente la procedura per deficit eccessivo aperta ai tempi dello scorso governo Berlusconi. Un ultimo atto portato a termine dall'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. I responsabili della zona euro, infatti, consegneranno a Tremonti una raccomandazione informale con i consigli per una politica economica in linea con i dettami UE. La tempesta, comunque, è passata: «Il piano Tremonti va bene», ha detto il presidente Juncker spiegando che l'Eurogruppo ha apprezzato «sia le misure già prese sia quelle prospettate per il futuro» dal nostro ministro dell'Economia. «L'Italia deve continuare sulla strada del consolidamento e tutto ciò che va in questa direzione è benvenuto», ha aggiunto Juncker. Il presidente ha poi annunciato che entro il 2012 «tutti gli stati dell'Eurozona devono avere il pareggio indipendentemente dalle condizioni del ciclo economico». La «data ultima» slitta quindi di due anni. «L'obiettivo del 2010 resta da rispettare - ha illustrato Juncker - ma sarà condizionato alle condizioni del ciclo economico dei vari paesi che ha conosciuto un certo numero di cambiamenti importanti». Un escamotage, questo, che consente di risolvere il caso francese: Parigi assicura che raggiungerà l'equilibrio di bilancio il 2012. I partner europei prendono atto che le condizioni economiche sono peggiorate. L'Eurogruppo aveva stabilito la data del 2010 sulla base della ondata di entrate fiscali straordinarie derivanti dalle buone condizioni cicliche. L'intera «costruzione del 2010» era fondata sull'extragettito. Poi però le cose sono andate diversamente e ora la Commissione europea dice che bisogna verificare se nei prossimi mesi l'andamento delle entrate non cambierà come Bruxelles teme. Resta l'obiettivo del 2010 per quei Paesi le cui condizioni cicliche lo permetteranno. Il commissario Ue Almunia ha con forza ribadito che adesso l'elemento «centrale» della valutazione delle mosse della Commissione europea e dell'Eurogruppo sarà il rispetto della regola dello 0,5%: i Paesi che sono lontani dal pareggio di bilancio devono tagliare dello 0,5% del Pil il deficit strutturale.

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