Festa e polemiche. Assenze "bipartisan" alla sfilata dei Fori

Dei nove membri leghisti del governo Berlusconi, sulla tribuna d'onore ai Fori non ce n'era nessuno. Unico assente giustificato Roberto Maroni: il ministro dell'Interno aveva fatto sapere di essere impegnato in una cerimonia per il 2 giugno a Varese. E gli altri? «Alla parata del 2 giugno non ci sono mai andato», ha detto il ministro Roberto Calderoli, aggiungendo che la Lega era rappresentata da un suo senatore: Sergio Divina, un parlamentare che in tribuna autorità sfoggiava una cravatta verde, il colore distintivo del Carroccio. Ma Calderoli, poi, ha manifestato «grosse perplessità sulle innumerevoli e onerose manifestazioni di questo genere che si tengono in un Paese in cui, come dice l'Istat, una famiglia su tre non riesce ad arrivare a fine mese. Con i soldi spesi per la manifestazione di oggi (ieri ndr) si sarebbe garantito un pasto a tutti i bambini che muoiono di fame; e, considerando tutte le altre analoghe manifestazioni che si svolgono nell'anno, anche la cena e forse non solo per un giorno. Se qualcuno ritiene di dover ricordare certi simboli del nostro passato può farlo senza oneri per lo Stato, destinando queste risorse alle famiglie nostrane che non arrivano a fine mese oppure, appunto, aiutando a casa loro i bambini che muoiono di fame». La prima protesta per l'assenza dei ministri leghisti è di Beppe Giulietti. «Si può decidere di andare o non andare, ma nel caso della Lega - ha detto il deputato eletto per l'Idv - la questione è particolarmente delicata perché hanno spesso polemizzato sulla patria, sulla bandiera e sulle grandi feste nazionali, questioni tenute sotto traccia da Berlusconi e Fini perché creano un imbarazzo di tipo istituzionale». «Forse avrebbero voluto che tra i corpi civili e militari sfilassero anche le Guardie padane», ha invece commentato divertito Francesco Cossiga. Ed ha espresso «rammarico» per l'assenza dei membri leghisti del governo Berlusconi, Arturo Parisi: «È solo grazie alla condivisione dei simboli e dei riti fondamentali della Patria comune che il dialogo auspicato da Bossi sulle riforme istituzionali può svilupparsi. O per poterci confrontare dovremmo continuare a chiudere gli occhi per non vedere i giuramenti di fedeltà padana, e tapparci le orecchie per non sentire gli oltraggi al tricolore, i «Padania is not italy», e i «chi non salta italiano è?»». Ma il Pdl contrattacca: «Non ho visto alcun "lider maximo" del Pd e pochissimi esponenti della vecchia maggioranza: un'autentica desertificazione della sinistra», ha detto il sottosegretario Francesco Giro calcando la mano sull'assenza di Walter Veltroni. «Posso sbagliare ma se c'erano erano defilati o invisibili», ha rilevato. In effetti, l'opposizione era rappresentata, oltre che da Pier Ferdinando Casini, dai due membri del «governo ombra» del Pd: Marco Minniti e Roberta Pinotti, da Francesco Rutelli e dagli ex ministri della Difesa Parisi e Mattarella. Assente, del tutto, la sinistra radicale. Dopo la parata, Silvio Berlusconi è tornato a casa a piedi nonostante la pioggia battente. Ed è stato un bagno di folla, lungo quasi un'ora, con applausi e foto tra due ali di gente fino a via del Plebiscito. Una scena che ha entusiasmato il presidente del Consiglio: «Una cosa emozionante - ha commentato - che mi spinge a lavorare, se è possibile, ancora di più».