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Il pugno di ferro di Berlusconi «Lo Stato non fa passi indietro»

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È ancora linea dura, pugno di acciaio più che di ferro. «Nel passato c'è stata una pericolosa avventura nell'anarchia e lo Stato non è stato in grado di imporre decisioni assunte da organi democraticamente eletti», dice il premier in conferenza stampa dopo il summit in Prefettura con Bertolaso, le autorità locali, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, quello dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, forze dell'ordine e militari. «Non succederà più che lo Stato faccia ancora passi indietro — promette Berlusconi — A differenza che nel passato, quando si è perso troppo tempo, noi siamo convinti che è nostro preciso dovere che lo Stato faccia finalmente e definitivamente lo Stato. Il piano è giusto ed il problema si risolverà in tre anni». «Non consentiremo a nessuno di fermarci», detta il premier, aprendo senza timori un conflitto con quella parte della magistratura che tenta di bloccare la Superprocura. Matita blu per i giudici protagonisti dell'inchiesta sulla attività dei precedenti commissariati, che ha creato un danno grave. «I giornali hanno parlato di una "inchiesta ad orologeria", uscita quattro mesi dopo la richiesta al Gup e il giorno prima dell'entrata in vigore del nostro decreto. Un'inchiesta — punta il dito Berlusconi — che ci ha arrecato difficoltà e poteva demotivare persone che per fortuna invece continuano a lavorare con passione ed entusiasmo». Il premier parla soprattutto di Guido Bertolaso, l'uomo chiave dell'emergenza rifiuti, che ieri, davanti a tutti, il governo ha difeso a spada tratta. «È un uomo vero — lo incensa il premier — non si è fatto intimidire e demotivare come poteva accadere se non fosse stato la persona che è e che abbiamo la fortuna di avere nel nostro governo». Berlusconi è sicuro di essere nel giusto e si impegna di nuovo ad essere a Napoli «tutte le settimane, finché non si avrà la certezza di aver avviato a soluzione il problema rifiuti che non è solo di Napoli e della Campania ma di tutta l'Italia». Tanto è certo Berlusconi di essere sulla via giusta, da definire senza timori «Chiaiano sito idoneo», dopo la rivolta e a prescindere dalla tregua siglata domenica scorsa con le comunità locali grazie alla promessa di ulteriori analisi sulla compatibilità ambientale del luogo. «Useremo l'esercito per garantire giorno e notte la possibilità di accedere ai siti — annuncia invece perentorio — Chiaiano sarà definita zona militare e la discarica sarà protetta. Chi si opporrà sarà perseguibile penalmente».

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