Nuova bagarre alla Camera. A scatenarla è il ministro delle ...
Si scatena la protesta: colui che siede sullo scranno più alto di Montecitorio non più certo dettare le linee di comportamento del governo, è la critica avanzata da un folto gruppo di deputati. In discussione c'è l'emendamento sulla concessione tra Anas e Autostrade per uscire dalle secche dell'ostruzionismo messo in campo dall'opposizione sul decreto salva-infrazioni In aula sono scintille. Fini rassicura l'opposizione, annuncia che i suoi uffici sono già al lavoro «per verificare con ulteriore scrupolo se i rilievi hanno un fondamento o meno». Pier Ferdinando Casini, da ex presidente, se ne esce perplesso: «Mi sembra un eccesso di scrupolo». E comunque, dice, «se è in corso una verifica o si accantona o si sospende la seduta». Il presidente della Camera riprende la parola, invita il governo «per opportunità di chiarezza» a riformulare la norma, «così va incontro alle obiezioni interpretative». Come? Lo stesso Fini ha il suggerimento pronto, basterebbe retrodatare la ratifica delle convenzioni già sottoscritte. Quindi lo scivolone di Ronchi. L'opposizione quasi non ci crede: «Vi fate scrivere le cose da Fini», urlano a sinistra. Il presidente non nasconde il suo imbarazzo, Ronchi si giustifica: «Mi sono espresso male. Volevo dire che il governo pensa di poter recepire questa riformulazione».