Bagnasco avverte
Il cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione da presidente alla cinquantottesima Assemblea generale della Conferenza Episcopale, lancia un monito a tutti i protagonisti della vita politica, al governo e all'opposizione, perchè «nel periodo di operosa stabilità che ci attende tutte le forze in campo devono partecipare costruttivamente». E ciò vale a maggior ragione per la questione dell'immigrazione, per la quale è necessario «un patto di cittadinanza che, chiarendo diritti e doveri, non ricerchi scorciatoie illusorie». No a «enclave» riservate agli immigrati, dunque; perchè esse rischiano di trasformarsi in «ghetti intollerabili», mentre la Chiesa e la dottrina cristiana sollecitano politiche volte a una reale integrazione degli stranieri. Nel lungo discorso pronunciato ieri da Bagnasco è quindi il «fattore tempo» a farla da padrone. Il presidente della Cei agli amministratori della cosa pubblica chiede rapidità, invitando ad evitare «palleggiamenti e lungaggini che offendono i cittadini, i quali attendono risposte sui temi della vita e della dignità». Ma ciò non deve comportare soluzioni semplificatorie, soprattutto circa le questioni più delicate come quelle della bioetica: qui la cautela è d'obbligo, nello spirito di un rispetto assoluto della vita umana. «La mentalità eugenetica - ha infatti osservato in proposito Bagnasco - è inaccettabile ieri al pari di oggi». Con esplicito riferimento all'intervento dell'ex ministro Livia Turco sulle Linee guida per la fecondazione assistita. La prolusione del porporato è stata un intervento a tutto campo: un richiamo generale, una sorta di promemoria anche di carattere politico che la Chiesa intende destinare a chi ha responsabilità di governo e a chi deve gestire l'opposizione. Gli stipendi e le pensioni devono essere a un livello tale da garantire un adeguato potere d'acquisto. La famiglia va difesa affrontando l'emergenza abitativa e varando iniziative a sostegno della maternità. E sul problema dei rifiuti che tormenta Napoli e la Campania Bagnasco ha precisato il suo pensiero invocando un senso di responsabilità che coinvolga tutti gli interessati. «All'intervento delle autorità pubbliche - ha ammonito Bagnasco - deve corrispondere la collaborazione delle popolazioni». Per la Cei è quindi giunto il momento del lavoro comune, un momento in cui qualsiasi eventuale critica deve essere avanzata nel segno della costruttività, con l'obiettivo di risolvere i problemi comuni. Non è mancato neanche il rilancio dei temi più cari alla Chiesa, con un particolare riguardo alle nuove tecnologie e ai gravi problemi che esse possono accentuare. Secondo Bagnasco viviamo infatti in una società anestetizzante avvolta in una cultura nichilista, che può far piombare i nostri giovani in un vuoto desolante. In questo la televisione gioca un ruolo determinante: «Le autorità competenti sappiano vigilare sul delicato processo dell'avvento del digitale terrestre - ha spiegato il cardinale - poichè il rischio non remoto è che i nuovi spazi diventino appannaggio delle industrie pornografiche presenti sul piano internazionale». Così che i sogni dei nostri giovani possono frantumarsi mentre chiedono di essere protetti.