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Le risposte che tutti gli italiani aspettavano

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Rigore non è intolleranza. Non essere più lo zimbello d'Europa in materia di immigrazione non vuol dire rinunciare a una giusta e corretta integrazione con chi viene nel nostro paese senza delinquere. Tutto bene, dunque? Governo già promosso a pieni voti? E' presto per dirlo e dirlo già ora sarebbe piaggeria. I pericoli sono ancora tanti. Soprattutto due. Il primo riguarda il cosiddetto iter dell'approvazione, i provvedimenti affidati ai disegni di legge e non ai decreti, dovranno fare ora un percorso rapido come le prime decisioni dell'esecutivo. Il governo può contare infatti su una straordinaria semplificazione parlamentare anche e soprattutto in una maggioranza numericamente larga sia alla Camera che al Senato. Per le norme urgenti, invece, bisognerà vigilare sulla loro applicazione. Siamo un paese allergico, si sa, alla severità vera. Le norme le chiediamo, è vero, ma poi le trasgrediamo. In Campania, ad esempio, bisognerà fare in modo che il controllo del terrotorio torni in mano allo Stato, dopo essere stato ed essere, business della munnezza compreso, in mano alla camorra. Comunque, non c'è bisogno, adesso, di fare il capello in quattro. Il Cavaliere è partito forte. In terra i problemi sono tanti, ma il suo è un cielo politico pieno di stelle. Chissà che non riesca ad afferrarne molte. Claudio Brachino

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