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Emergenza salute, è scontro con l'Ue

Stavros Dimas, responsabile Ambiente Ue

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Di fronte alle nuove immagini di montagne di immondizia abbandonate per strada e di roghi improvvisati che giungono da Napoli, il responsabile dell'ambiente della Commissione Ue Stavros Dimas, alza la voce per chiedere alle autorità italiane di intervenire in fretta, per evitare un disastro ambientale e rischi sanitari. «Non possiamo aspettare la sentenza della Corte di giustizia europea: le autorità italiane devono agire rapidamente per mettere fine ad una situazione che presenta alti rischi per la salute pubblica», ha detto la portavoce del commissario, Barbara Hellferich. «Noi siamo pronti ad assistere l'Italia con l'invio di mezzi ed esperti, ma ci vuole dall'altra parte la volontà di risolvere la situazione», ha aggiunto. Secondo il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, invece, su Napoli «non è il caso di sollevare allarmi più di quanto è stato già fatto». Martini, al suo debutto ad una riunione del consiglio salute a Bruxelles, ha assicurato che sono stati fatti controlli e «non ci sono ratti infetti così come non c'è rischio leptospirosi», la malattia infettiva trasmessa da topi e animali randagi. Martini ha minimizzato anche sui livelli di diossina che - ha detto - «non viene in genere dai sacchetti di plastica, ma dai grandi rifiuti industriali». Le ha fatto eco il «collega» Ferruccio Fazio: «Il fatto che sia necessario agire subito è fuori discussione, perchè siamo dinanzi ad una enorme emergenza ambientale» ma, al momento, non ci sono evidenze che indichino rischi per la salute connessi all'emergenza rifiuti a Napoli, ha affermato. «Al momento - ha aggiunto Fazio - non esiste alcuna dimostrazione o evidenza scientifica di eventuali danni alla salute come conseguenza diretta dell'emergenza rifiuti nel napoletano». Il sottosegretario ha inoltre confermato che non vi è, allo stato, rischio di leptospirosi poichè a Napoli non vi sono ratti infetti: «L'ultimo caso sul territorio - ha precisato - si è registrato alcuni anni fa, mentre casi sono segnalati in altre regioni, ad esempio nella Laguna Veneta». Ma per il Cnr i roghi di rifiuti rappresentano un concreto rischio per l'incolumità dei cittadini. «È certamente un errore bruciarli - dice Fabrizio Bianchi, epidemiologo, ricercatore dell'Istituto Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa - perchè questa pratica può costituire un pericolo per la salute. Ma bisogna stare attenti anche a non creare allarmismi. L'emergenza a Napoli è una realtà da molti anni e occorrono ancora studi per valutarne il reale impatto sulla salute». Ivo Allegrini, direttore dell'istituto sull'Inquinamento Atmosferico del Cnr, rileva che dai rifiuti bruciati nelle strade si sprigiona la stessa diossina che si assumerebbe standone nelle vicinanze in anni «normali». La quantità di questa sostanza che si sviluppa dai roghi sarebbe addirittura notevolmente più alta di quella che si ottiene dagli inceneritori, sebbene sia impossibile fare una stima di quanta sia la diossina che si sviluppa dai roghi perchè i rifiuti domestici hanno una composizione estremamente variabile. E le rassicurazioni di Fazio non convincono neanche Legambiente. Stefano Ciafani, responsabile scientifico dell'associazione, osserva: «Non facciamo inutili allarmismi ma non esageriamo nemmeno nel tranquillizzare i cittadini e nello sminuire l'emergenza sanitaria. La combustione a cielo aperto dei rifiuti abbandonati per le strade produce emissioni di diossina tutt'altro che trascurabili. Anche nei rifiuti urbani sono presenti pvc e composti del cloro che rendono i fumi pericolosi». Stempera le polemiche Bianchi del Cnr: «Occorre ragionare su dati seri. Le ricerche sui possibili danni alla salute derivanti dai rifiuti sono oggetto di studio».

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