Sbarchi a Lampedusa È di nuovo emergenza

Tra i clandestini è stato il panico: alcuni sono finiti in acqua, altri si sono lanciati sulla banchina. Uno sbarco che poteva finire in tragedia che ha fatto salire a quota 700 gli immigrati ospitati nel centro di prima accoglienza dell'isola. Gli extracomunitari giunti la scorsa notte, di diverse nazionalità, hanno raccontato di essere partiti dal porto libico di Al Zuwara, la base preferita dai trafficanti che gestiscono la tratta di esseri umani tra le coste nordafricane e la Sicilia. Ed è di venerdì l'allarme del vicesindaco di Lampedusa e neosenatore della Lega, Angela Maraventano, che aveva sostenuto che l'isola «è sul punto di scoppiare» annunciando che il prossimo 22 maggio il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sarà sull'isola per fare il punto della situazione con gli amministratori. «Questo traffico - ha dichiarato la parlamentare - deve finire al più presto. Molte attività commerciali sono chiuse perchè non c'è turismo sull'isola; i bambini sono costretti ad andare a scuola presso locali concessi dalla chiesa in quanto, non abbiamo strutture idonee». Maraventano ha avuto tuttavia parole di comprensione per «i poveretti che viaggiano in modo pietoso, ostaggio dei trafficanti di uomini, i veri colpevoli di questa tragedia». E per per prestare assistenza sanitaria agli immigrati nel canale di Sicilia dal 27 aprile scorso medici e infermieri volontari sono in servizio sulle motovedette della Settima squadriglia della Guardia Costiera che pattuglia il Canale di Sicilia. L'iniziativa è stata resa possibile grazie ad un protocollo d'intesa siglato fra la Capitaneria di Porto e il Cisom, il Corpo italiano soccorso Ordine di Malta. L'accordo è stato presentato , a Palermo, dal Comandante generale del corpo delle Capitanerie di Porto, Ammiraglio Raimondo Pollastrini, dal direttore marittimo della Sicilia Occidentale, Contrammiraglio Ferdinando Lavaggi, e dal direttore nazionale del Cisom, Mauro Casinghini. Il personale medico e paramedico - 42 medici, 29 infermieri professionali e 13 soccorritori - si alternerà sulle navi della Guardia Costiera in tutto il canale di Sicilia e in particolare a Lampedusa per 188 giorni, fino al prossimo 31 ottobre. Il 27 aprile scorso, il primo giorno d'entrata in vigore del protocollo, il personale medico ha fornito le prime cure a 3 bambini di 10 mesi soccorsi insieme ad altri extracomunitari a largo dell'isola di Lampedusa. Tre, infine, le aziende italiane che hanno fornito un contributo. L'Air One, che trasporta i medici volontari, la Barilla e la Colussi che forniscono generi alimentari per i clandestini. E proprio venerdì le autorità libiche hanno arrestato 240 immigrati clandestini «di differenti nazionalità» in differenti regioni del Paese. I clandestini sono stati arrestati nel sud, nei pressi della frontiera con il Niger, e nel nord, lungo il litorale, nel quadro degli «sforzi dispiegati dalla Libia nella lotta contro l'immigrazione clandestina». Gli «infiltrati hanno beneficiato di tutta l'assistenza umanitaria e sanitaria necessaria», ha aggiunto un comunicato ufficiale libico, precisando che la Libia ha «iniziato le procedure per il rimpatrio di questi immigrati, a proprie spese, verso i Paesi di origine». Con i suoi 1.770 chilometri di coste, la Libia è diventata un Paese di destinazione e di transito di immigrati originari prevalentemente del sud e dell'est dell'Africa, verso Malta o Lampedusa. Il giorno prima, infine, due cadaveri erano stati recuperati a circa due miglia al largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia Costiera. L'allarme era stato lanciato da un diportista che aveva avvistato i due corpi, di sesso maschile. Le vittime indossavano giubotti salvagente: quasi certamente dovrebbe trattarsi di clandestini morti durante la traversata tra le coste nordafricane e la Sicilia. Nei giorni scorsi, infatti, 16 immigrati, soccorsi al largo delle coste tunisine su un barcone alla deriva, avevano raccontato che 47 compagni di viaggio erano morti di stenti e i loro corpi erano stati abbandonati in mare.