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E sul decreto il Pdl cerca l'intesa con l'opposizione

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La convergenza, però, potrebbe arrivare durante il dibattito parlamentare. In fondo, molte delle obiezioni sollevate dal Pd in questi giorni, sono state recepite dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. È successo, ad esempio, con il reato di immigrazione clandestina contestato dal neosenatore del Pd, l'ex prefetto Achille Serra, e che non dovrebbe trovare spazio nel decreto del governo. In fondo il vicesegretario del partito Dario Franceschini, parlando due giorni fa, era stato chiaro: «In Parlamento valuteremo attentamente nel merito le proposte della maggioranza e la loro efficace». Più esplicito l'ex sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti che, respingendo le accuse del governo spagnolo, aveva confessato di non credere che «il pacchetto del centrodestra sarà molto differente dal nostro». Insomma le possibilità di arrivare ad un voto bipartisan ci sono tutte tanto che Italo Bocchino, presidente vicario del gruppo del Pdl alla Camera, lancia io suo appello. «Sul pacchetto sicurezza - incalza - l'opposizione si assuma le sue responsabilità e voti con noi. Il problema non è né di destra né di sinistra, ma di tutti gli italiani. Esiste una parte di sinistra, che ora sta fuori dal Parlamento, che di fronte a problemi reali come l'immigrazione clandestina, la micro e la macrocriminalità, le rapine, le violenze agita strumentalmente le bandiere della xenofobia e del razzismo (presunti) come alibi per lasciar tutto così com'è. A farne le spese sono pertanto quei ceti più deboli che loro pretenderebbero di rappresentare e che giustamente, alle ultime elezioni, hanno votato per il Popolo della libertà». E proprio dalla Sinistra più radicale arriva un appello chiaro al Partito Democratico. «Ho dubbi sull'efficacia stessa delle norme di questo cosiddetto pacchetto sicurezza - attacca Marco Rizzo dei Comunisti italiani -. Sono certo invece sul fatto che esse siano razziste, allo stesso modo del Pd se le vota». Perplessità, però, si registano anche all'interno del loft dove il responsabile Relazioni internazionali Lapo Pistelli si mostra cauto. «Come italiani - afferma - siamo contenti che l'incidente con il governo spagnolo si sia chiuso, ma sarebbe sciocco non vedere come sin dalle prime mosse ogni dibattito affrettato, ogni gesto sconsiderato, ogni dichiarazione fuori dalle righe ha rimesso immediatamente il nostro Paese nella condizione di sorvegliato speciale, qualche cosa da guardare con la lente di ingrandimento e da tenere d'occhio come quegli amici un pò imprevedibili. È una brutta etichetta con cui partire se ne ricordino sempre il ministro Bossi e i suoi colleghi». La trattativa, insomma, è solo alle prime battute.

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