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Chiuso in un angolo. Isolato dal mondo politico. Fuori ...

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Relegato, lui che sognava di essere l'ago della bilancia, in un ruolo da spettatore. La sua linea di essere mediatore, mediano, in mezzo alla partita è ormai superata visto che la politica sta giocando solo con con i due principali player, Pdl e Pd. Dunque, Casini è nell'angolo. E comincia a rischiare di finire al tappeto. Il Pdl ha infatti intenzione di proporre una riforma della legge elettorale per le Europee del prossimo anno inserendo una soglia di sbarramento alta. E su questo c'è un accordo anche con il Pd. La maggioranza intende porre l'asticella superando la quale si entrerà nel Parlamento di Strasburgo al 5%, gli uomini di Veltroni preferirebbero un punto più basso, tra il 2 e il 3%. Comunque l'obiettivo per entrambi e non far riemergere partitini e microformazioni come Mastella, estrema destra e sinistra radicale. E, naturalmente, neppure i centristi. Se passasse la riforma berlusconiana per Casini ci sarà molto da sudare l'anno prossimo perché rischiarebbe di veder sparire la sua rappresentanza parlamentare in Europa. E non è tutto. Un altro centrale posto di potere che gli Udc rischiano di perdere è quello della Rai. Nel cda di viale Mazzini attualmente contano su Marco Staderini, grande amico di Casini, e determinante per la formazione di una maggioranza. Staderini ha capitalizzato al massimo questa sua posizione, ma nel prossimo cda, quando si formerà, i centristi saranno marginali: forse avranno ancora un posto ma direttamente in quota opposizione. La porta per rientrare nel centrodestra è ancora chiusa. E non si vedono spiragli.

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