L'incontro tra Veltroni e Berlusconi assume un importante ...

Non dobbiamo dimenticarci che il Popolo delle Libertà ed il Partito Democratico si sono presentati alle elezioni con programmi alternativi ed hanno ruoli doversi, che in una democrazia bipolare devono restare sempre ben distinti. Dunque, fermo rimanendo che è positivo il solo fatto che si sia tenuto un incontro di questo tipo che segna un salto di qualità nel rapporto tra maggioranza ed opposizione, poi nel merito vanno fatte alcune osservazioni. Noi riteniamo che se si vuole progredire nella logica della semplificazione del quadro politico la soglia di sbarramento deve essere intorno al 5%, anche nelle elezioni europee, come in Francia. Un altro problema riguarda la grandezza delle circoscrizioni che va ridotta per favorire la possibilità che la maggior parte delle regioni abbia un rappresentante. Quanto alla tematica delle riforme ricordiamo che il testo della passata legislatura va preso come base di discussione suscettibile in varie parti di significativi correttivi a partire dai poteri del premier e dell'esecutivo. In sostanza la dialettica politica rimane del tutto aperta. Aggiungiamo, per chiarezza, che il Partito Democratico deve fare una scelta strategica di fondo sul terreno delle riforma elettorale, invece, stando alle proposte iniziali fatte, sembra voler tenere contemporaneamente il piede in due staffe: da un lato avere un rapporto da "grande partito" con la maggioranza, ma dall'altro puntare ad una sorta di cartello dell'opposizione con l'Idv, l'Udc e financo la sinistra estrema. Un gioco tattico che, però, non favorirebbe la modernizzazione delle istituzioni e la semplificazione delle forze politiche. Bisogna comunque evitare che un'operazione, che potrebbe avere una sua validità se presa nella sua impostazione originaria, si risolva in una esercitazione di furbizie, di mosse e di contromosse giocate sul terreno del tatticismo. Lo diciamo al di fuori della diplomazia perché abbiamo il ricordo di operazioni politiche serie rovinate, appunto, da eccessi di furbizie e di tatticismo, una tendenza che, malgrado tanti rivolgimenti, rischia di essere una costante della vita politica italiana.