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Sospendiamo Schengen

Maroni

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Ildecalogo di Maroni. Tornato a Palazzo Viminale dopo 14 anni, deve affrontare questioni gravi. Sicurezza e immigrazione. Ma Roberto Maroni è fiducioso e con le idee chiare. «Siamo bravi e riusciremo a fare tutto», dichiara ai giornalisti riuniti per un incontro informale. «La parola sanatoria non fa parte del mio vocabolario», chiarisce il ministro dell'Interno a chi gli fa presente che ci sono 600mila domande di immigrati che aspettano di essere regolarizzati. E ribadisce «Non avrò vice ministri. Il capo di gabinetto resta Gianni De Gennaro. Ci saranno solo tre sottosegretari. E la delega all'immigrazione la tengo per me». Insomma il problema clandestini lo gestisce la Lega. Ma questo non vuole dire repressione. «Non ho mai pensato di rivedere il diritto di asilo», dice il ministro. Conferma che intende fare presto «giovedì sarà pronto il pacchetto sicurezza» e sarà presentato al prossimo Consiglio dei ministri. Oggi intanto vertice con i colleghi La Russa, Alfano e Frattini. «Molte delle cose fatte da Amato sono condivisibili al 90 per cento», ma in molti casi non si è riusciti ad attuarle per mancanza di fondi. Come i Patti sicurezza con le città. «I soldi sono un problema di Tremonti ma grazie all'esperienza come ministro del Welfare so come fare a trovarli», rassicura Maroni, con quel sorrisetto di chi la sa lunga. L'assedio dei giornalisti rischia di farsi pericoloso così il ministro con la passione per il «soul» svigola: «Il presidente Berlusconi questa mattina (ieri ndr) era piuttosto nero», creando non poche aspettative legate a qualche problema politico. Dopo il colpo a effetto il ministro chiarisce «parlava del Milan. Ho viaggiato con Berlusconi - ha aggiunto Maroni - e ha detto che la colpa era solo nostra» della sconfitta con il Napoli. La diversione però è servita a poco. Si torna a parlare di immigrazione. «Con la Libia siamo stati sull'ottovolante ma ora la situazione è tranquilla - spiega Maroni - Dobbiamo solo risolvere alcune questioni ma sono fiducioso». Più problematica la questione degli immigrati comunitari, leggi rumeni. «Cercheremo una maggiore collaborazione con Bucarest», dice il ministro e non esclude la possibilità di sospendere Schengen come avvenuto già in passato per garantire la sicurezza. Del resto «la prorità del governo è la sicurezza». Fatti gravissimi come il tentato rapimento, avvenuto domenica a Napoli, di una bambina da parte di una rom, sottolineano la necessità di «intervenire senza titubanze e senza timori perchè il bene supremo da garantire è la certezza di vivere serenamente nelle proprie città». E si riapre la questione Cpt. L'ipotesi di prolungare il limite di tempo nel quale gli immigrati possono essere trattenuti nei centri di permanenza temporanei dagli attuali 60 giorni a 18 mesi «anticipa una norma in discussione al Parlamento Europeo» si difende Maroni. Ci sarà bisogno di costruire altri Cpt e il ministro non teme le proteste dei sindaci. «I soldi li mette il ministero e loro - spiega il ministro - devono garantire la disponibilità dell'area. Se chiedono sicurezza si devono anche fare carico di alcune questioni».

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