Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Le entrate rallentano, il tesoretto è scomparso

default_image

  • a
  • a
  • a

Gettito «insoddisfacente» per la maggioranza che esclude l'esistenza di tesoretti. «Dato positivo» invece per l'opposizione che ora rinvia al governo la responsabilità di mantenere questi ritmi di crescita per le entrate. Per i sindacati, in ogni caso, bisogna intervenire per sostenere i redditi altrimenti, avverte il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani, «il confronto comincia in salita». I dati sulle entrate di cassa del primo trimestre sono stati diffusi dalla Banca d'Italia che ha anche comunicato una nuova risalita del debito pubblico italiano, a febbraio a quota 1.623,66 miliardi di euro. Per le entrate il campanello d'allarme è nell'ultimo dei tre mesi: per Bankitalia, a differenza delle Finanze che parlavano di un +10%, a marzo la crescita rallenta, poco più di un miliardo in termini assoluti e +4,5% in termini percentuali. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi invita alla prudenza: «Nonostante sia positivo l'andamento tendenziale non è per nulla positivo». E aggiunge: «L'euforia dei tesoretti è finita, era frutto di una sovrastima delle entrate» e il nome più opportuno sarebbe stato «malloppo, in quanto frutto di pesanti rapine fiscali». Di tutt'altro avviso Pierluigi Bersani, del coordinamento del Pd e ministro dell'Economia del governo ombra: «I numeri di Bankitalia cantano e fanno giustizia di chiacchiere e di commenti scomposti da parte di esponenti del nuovo governo». Cgil, Cisl e Uil insistono: «Le risorse del cosiddetto tesoretto - ha rilevato Epifani - poche o tante che siano dovrebbero avere come destinazione prioritaria» interventi su lavoro, pensioni, tariffe.

Dai blog