La Romania avverte l'Italia: «No a decisioni xenofobe»
Un incontro per decidere quali iniziative di collaborazione intraprendere con la Penisola, e analizzare la situazione dei romeni in Italia. C'era anche il premier Calin Popescu Tariceanu all'incontro. Proprio lui ha deciso di alzare la voce, poche ore dopo le dichiarazioni del ministro dell'Interno italiano Roberto Maroni. Secondo Tariceanu i romeni onesti in Italia, che sono la maggioranza, non devono soffrire a causa dei pochi connazionali delinquenti che hanno legami con la criminalità organizzata. «Attraverso la cooperazione con le autorità italiane - ha detto il ministro della Difesa romeno Teodor Melescanu -, non consentiremo che i romeni onesti in Italia siano lesi e che nascano sentimenti antiromeni e xenofobi nella Penisola. Siamo convinti che esista un reale interesse affinché le relazioni tra Romania e Italia, che sono ottime, siano protette dalle conseguenze negative di certe misure che potrebbero danneggiarle», ha precisato Melescanu. Tariceanu ha disegnato lo stato d'animo dei suoi connazionali in Italia dicendo che molti hanno paura di parlare la propria lingua per strada: «Devono potersi sentire di nuovo cittadini europei», ha detto. Ma il governo Berlusconi non sembra avere nessuna intenzione di impostare la propria politica sulla sicurezza penalizzando i romeni. Maroni ha anticipato che nei prossimi giorni incontrerà proprio «i rappresentanti diplomatici delle nazioni interessate. Ci deve essere il rafforzamento della collaborazione con Libia e Romania». Diplomatiche rassicurazioni sono arrivate anche dalla Farnesina. Franco Frattini ha assicurato che «espulsioni di massa non ci possono essere, è evidente. Noi non vogliamo peggiorare i rapporti con la Romania. I romeni onesti saranno accolti nelle nostre case e nelle nostre aziende. I romeni disonesti - ha detto il ministro degli Esteri - con l'aiuto dei poliziotti romeni, li dobbiamo prendere e restituire al Paese di provenienza». A proposito di forze dell'ordine, Tariceanu ha anticipato che «proporremo al governo di Roma l'invio urgente in Italia di poliziotti e procuratori romeni per sostenere le autorità italiane negli sforzi di contrasto della criminalità». Un progetto già espresso mesi fa quando ha fatto visita a Romano Prodi, a Palazzo Chigi. Tariceanu però non ha mancato di criticare l'Italia in merita alla tolleranza dei campi nomadi in Italia. Il primo ministro ha precisato che urge un impegno comune al fine di risolvere la situazione provocata «dalla debole reazione delle forze dell'ordine e delle autorità italiane che non dovevano accettare i campi nomadi che costituiscono base di alimento della delinquenza a Roma o in altre città italiane. Tariceanu si chiede come mai in altri Paesi, come Francia o Germania, non si sono verificate simili situazioni. E rispondendosi spiega «che lì le autorità sono intervenute subito, senza fare dichiarazioni politiche che aumentassero la questione». Proprio su questo punto il premier plaude a Gianni Alemanno che «si è contraddistinto in tal senso, costruendosi anche un programma elettorale». Intanto proprio ieri i dati riguardanti la popolazione romena segnalavano che circa due milioni di romeni, cioè quasi il 10 per cento della popolazione, sono emigrati per lavoro nei Paesi dell'Ue negli ultimi sei anni, soprattutto in Italia e Spagna a seguito dell'abolizione dei visti d'ingresso nel 2002.