Il mio mestiere non è ovviamente ...
Poche poltrone, molte ambizioni. Io sono tra questi, anche se so già di essere stato fatto fuori. Ma la politica è fatta di promesse, tradimenti e molta pazienza; d'altronde avendoci scritto un film non posso fare finta di non saperlo e la mia storia per il momento e molto simile a quella del protagonista. Unica tragica differenza è che non tradirò, non sono capace, ho un profondo senso di lealtà verso gli amici e qualcuno mi ha già detto che in politica è un limite. I protagonisti, quelli che ce l'hanno fatta, quelli che le cariche le hanno, sono sorridenti pieni di adrenalina, parlano di futuro, di meritocrazia, di una nuova classe dirigente che dovrà sostituire quella vecchia, di aspettative del Paese, il controcampo però (per usare un termine cinematografico) di quelli seduti in prima fila come il sottoscritto fino alle ultime file, registra faccie smarrite. Registro commenti di persone che prima di me avrebbero a tutto diritto ambito a poltrone e ministeri, hanno paura di finire nel nulla. Riconoscono in Fini la grande lungimiranza, l'avere portato un partito che era fuori dall'arco costituzionale all'interno di una coalizione che guiderà il Paese per i prossimi anni, ma hanno paura di perdere quel senso di appartenenza a un progetto politico fatto di regole, di etica, di morale che in questi anni aveva permesso di sopportare tante ingiustizie e sofferenze. Hanno aspettato e io con loro ho sinceramente aspettato questo momento da anni, pur venendo da una strada diversa ho sognato che finalmente fosse svelato il grande bluff della politica della sinistra, degli intelletuali radical chic, degli industriali che flirtavano con la sinistra per ottenere in cambio favori per le loro aziende. Ora però il gioco si fa pericoloso, d'ora in poi finite le derive fasciste e comuniste il popolo italiano avrà pieno diritto ad ogni elezione di votare chi vorrà. Senza per questo sentire di avere tradito. Si voterà una classe dirigente degna di questo nome. Come avviene da anni in molti stati europei, le prossime campagne elettorali sia per le regioni che per le europee saranno fortemente influenzate dall'andamento del primo anno di governo. Se faremo una politica di restauro e non di innovazione ci manderanno a casa. È inutile sentire parlare di scelte di gente competente se ancora usiamo logiche di appartenenza con punteggi per ciascun partito. Credo che un sistema sano debba scegliere uomini che per storie di curricula personale siano adatte a svolgere compiti nell'amministrazione pubblica. Spero che molti dei volti smarriti che ho visto oggi ritrovino un ruolo nei prossimi ed inevitabili spacchettamenti dei futuri ministeri, anche perché alcuni di questi così come sono organizzati sarebbero ingestibili senza un adatto numero di sottosegretari. E spero anche che parlamentari e non vengano coinvolti nella costruzione di questa nuova entità politica che ora va riempita dei contenuti etici e morali che permetteranno ai partecipanti di lavorarci con passione anche senza svolgere il ruolo dei protagonisti.