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Caro-petrolio, bollette alle stelle

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A stimare gli aumenti in bolletta è il Rie (Ricerche industriali ed energetiche), secondo cui, se lo scenario di prezzo del greggio rimarrà stabile, a partire da luglio il metano crescerà del 3,9 per cento, per un aggravio annuo di circa 40 euro, e l'elettricità aumenterà di circa il 2,5 per cento (11 euro in più). Aumenti che, sommati a quelli già scattati a ottobre del 2007 (+36 euro), a gennaio del 2008 (+42 euro) e ad aprile del 2008 (+58 euro), portano in un anno a un totale di circa 190 euro in più. A decidere, come sempre, sarà comunque l'Autorità per l'energia e il gas, che generalmente comunica le variazioni di prezzo pochi giorni prima che queste scattino e quindi, in questo caso, alla fine di giugno. Intanto, però, i rappresentanti dei consumatori italiani lanciano l'allarme: considerando anche gli aumenti di riscaldamento (175 euro) e carburanti (280 euro), avvertono Adusbef e Federconsumatori, l'aggravio annuo per le famiglie derivante dal caro-petrolio sarà di almeno 650 euro. A pagare per il caro-greggio, comunque, non saranno solo le famiglie, ma in generale tutto il sistema economico italiano. Le prime stime di Nomisma Energia indicano per quest'anno - con gli attuali valori dell'oro nero e del cambio euro-dollaro - una fattura energetica 2008, ovvero la spesa per l'approvvigionamento di fonti di energia dall'estero, a 69,936 miliardi (quasi 20 miliardi in più rispetto allo scorso anno), che spingerebbe così il rapporto deficit-energetico/Pil al 4,4% contro il 3,3% registrato l'anno scorso. Si tratta di un «conto» che, se dovessero trovare conferma le previsioni, rappresenterebbe la fattura più cara della storia, ben superiore anche a quelle dei tempi dei grandi shock petroliferi degli anni Settanta e Ottanta. L'unica consolazione è che la spesa, spiega Davide Tabarelli, esperto di Nomisma Energia, sarebbe stata ancora più salata se non ci fosse il supereuro, che dovrebbe consentire un risparmio intorno ai 37 miliardi di euro: con un cambio euro-dollaro sulla parità la bolletta energetica di quest'anno sarebbe potuta schizzare infatti a oltre 107 miliardi di euro. Nonostante la componente cambio la bolletta di quest'anno rischia comunque di attestarsi al 4,4 per cento del Prodotto interno lordo. Si tratterebbe, anche in questo caso, di livelli record che si avvicinano al massimo, raggiunto nel 1981, quando il rapporto toccò il 6,4 per cento. Il caro-petrolio, oltre tutto, rischia di innescare anche una spirale inflattiva: dai prezzi alla produzione, a quello dei trasporti fino ad arrivare - con effetto «domino» - a quelli dei beni di largo consumo, spingendo all'insù il caro-vita che negli ultimi mesi si è già portato oltre il 3 per cento.

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