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Quella strana formula che sembra un fumetto

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Ma tra gli attori della sfavillante casa del cinema hollywoodiano e i guitti da da avanspettacolo che salivano e scendevano dalla scaletta del loft col sorriso sulle labbra prima della grande tranvata ammetterete che c'e un abisso. Allora, per associazione di idee, ho pensato al mare e all'approssimarsi dell'estate e ho immaginato tanti ombrelloni sponsorizzati Pd allineati sulle spiagge di Caparbio dove fin dai giorni scorsi hanno deciso di ritirarsi, per ripensare ai bei tempi andati, le cariatidi del potere della sinistra. Ma la realtà è, purtroppo, un'altra e assai difficile da spiegare ad un bambino. Il governo ombra è quella cosa che Veltroni si è inventato per dare la guazza a tutti quelli che, ad aprile, si sono infradiciati i vestiti per spingere il suo pullman per le stradine più impervie di un'Italia stremata dai teatrini del potere e ormai stufa delle corti itineranti. Quell'Italia che, con il voto, ha spazzato via i democristiani, i comunisti e ha fatto la colletta di crocette sulle schede elettorali per comprare al buon Walter un biglietto di sola andata per l'Africa che a lui piace tanto. Il governo ombra è quella cosa inutile o, come ha già detto Di liberto «una pagliacciata», che consentirà ad una ventina di ex qualcosa di continuare a farsi chiamare dai giornali amici "ministro" di un esecutivo che non c'è e di cui gli italiani non vogliono più sentir parlare per almeno cinque anni. A Roma direbbero, il governo di quelli che «nun ce vonno sta'». Così è giusto che a capo di questo sedicente esecutivo ci sia l'uomo invisibile. Invisibile come la rimonta che tanto sbandierava in campagna elettorale a suon di sondaggi «ombra», invisibile come le opere meritorie del governo Prodi (quello aimè purtroppo tutt'altro che ombra), invisibile come il modello Roma fatto di lustrini in vetrina e quartieri di periferia sventrati dalla sporcizia e dal mattone selvaggio, invisibile come il partito unico e il gruppo unico a cui fin dalle prime battute della nuova legislatura il buon Di Pietro ha fatto il gesto dell'ombrello. Ma per tornare al cinema, il film che più mi ricorda il governo ombra di Veltroni, chissà perché, è Totò medico dei pazzi. Vedremo gente in cerca di microfoni e telecamere davanti alle quali dichiarare io sono il ministro degli esteri del governo ombra e altri alle sue spalle fare l'eco si, e io sono Napoleone. In bocca al lupo anche a te, governo ombra. Gli auguri non si negano a nessuno, figuriamoci all'ombra di un governo. Ma stai attento quando cammini per strada con la tua "squadra" di ministri ombra perché l'Italia che lavora, che corre verso il futuro e che ha deciso di cambiare pagina per sempre, rischia, non vedendoti, di investirti. Con il rischio di vedersi arrivare al pronto soccorso un tizio tutto impecettato che verrà annunciato al medico di turno dall'infermiere pressappoco così: dillà c'è uno che aspetta che dice di essere il presidente del consiglio. Che facciamo? Lo trasferiamo al traumatologico o alla neuro?

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