Finanziaria, adottiamo il modello Usa

Agli effetti pratici, più dell'80% delle uscite finanziarie dello Stato è rigido, non modificabile. Dopo la proposta di Roberto Arditti sulla necessità di modificare la Finanziaria e gli interventi sul tema di Giorgio La Malfa e di Paolo Messa vale la pena di sottolineare che le soluzioni non sono semplici. Ma si può cominciare da due norme generali. La prima è una forma di tramonto della legislazione (la sunset legislation americana), cioè la regola per cui le leggi hanno una data di scadenza, dopo la quale cessano, se non rinnovate, di produrre effetti di spesa. È una regola generale che taglierebbe i rivoli di finanziamenti incontrollato. La seconda norma generale riguarda il Parlamento e le sue prerogative. I parlamentari dovrebbero accettare di introdurre qualche principio di non emendabilità alla finanziaria per rendere concreta e visibile la possibilità di introdurre modifiche alla manovra. Abbiamo tenuto fuori le grandi riforme strutturali. Sarebbe bene, invece, tenerle separate. Quelle riforme sono grandi obiettivi del governo, danno il senso a una legislatura. Infine due considerazioni: accelerare quest'anno i tempi della manovra permetterà al Parlamento e soprattutto alle commissioni competenti di dedicare grande attenzione, assieme al ministero dell'economia, al completamento della revisione completa di tutte le spese dello stato, già avviata da Tommaso Padoa-Schioppa con il Libro verde. Mentre la solidità della maggioranza potrà evitare l'effetto di ultima spiaggia che spesso ha avuto la legge finanziaria, vista come unico provvedimento con tempi certi di approvazione e quindi rimpinzata all'inverosimile di norme che con la finanza pubblica non avevano niente a che fare. In questa legislatura, forse, si avrà la ragionevole aspettativa di poter contare su altre fasi dei lavori parlamentari per l'approvazione celere delle leggi.