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Per quanto si vogliano semplificare le procedure di esame ...

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Semmai si tratta di rafforzare questi poteri ed evitare che il Parlamento sia attratto a condividere con il Governo il potere di bilancio. La revisione delle procedure di approvazione del bilancio alle quale fa giustamente riferimento Roberto Arditti nel suo editoriale va dunque concepita non solo allo scopo di abbreviare la durata dell'iter parlamentare dell'esame del Bilancio dello Stato, ma anche allo scopo di rendere più netta la divisione del lavoro fra Governo e Parlamento. Queste sono alcune delle innovazioni che mi sembrerebbero più utili: Spostare all'inizio di ottobre, cioè all'inizio della sessione di bilancio, la discussione del cosiddetto Documento di Programmazione Finanziaria per evitare il raddoppio delle discussioni fra il mese di luglio e la nota di aggiornamento divenuta usuale a settembre; Eliminare la mozione conclusiva del dibattito sul DPEF; Comprendere nel DPEF solo le grandi cifre macroeconomiche delle entrate, delle spese distinte fra spese per conto capitale e spesa corrente e per grandi categorie di spese; precisare come la finanza pubblica si ripartisce fra Stato e Autonomie regionali e locali; Eliminare la norma introdotta nel 1999 che consente di includere in legge finanziaria aumenti di spesa o di entrata finalizzati «al sostegno o al rilancio dell'economia», in quanto questa formulazione consente a qualsiasi spesa di essere immessa nella legge finanziaria; Modificare i regolamenti parlamentari o applicarli più severamente per limitare gli emendamenti ammissibili; Prescrivere che gli emendamenti del Governo debbano essere oggetto di specifica approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. Con queste modifiche, cambierebbe già in modo sostanziale la sessione di Bilancio. Aggiungo però che, aldilà delle procedure, vi è una questione di sostanza: la qualità delle leggi finanziarie riflette in primo luogo la chiarezza di impostazione e la coesione interna dei Governi: Se il Governo ha un'idea chiara degli indirizzi da imprimere alla finanza pubblica e se il Ministro dell'Economia gode del rispetto dei suoi colleghi di Governo e del pieno sostegno del Primo Ministro, il dibattito parlamentare avrà un carattere costruttivo. Oggi queste condizioni, spesso assenti in passato, sembrano essere presenti. Ci si può quindi attendere un mutamento sostanziale del clima nel quale si svolge l'esame del Bilancio dello Stato. Giorgio La Malfa

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