Solidali con i Carc politici e intellettuali
Ildocumento che aggredisce la borghesia e la magistratura per l'attacco al «proletariato» ha visto la solidarietà di molti personaggi noti. Molti esponenti di quella Sinistra che fino a pochi giorni fa era al governo. Infatti, in calce ci sono i nomi di Oliviero Diliberto e di Haidi Giuliani, ma c'è persino quello di Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli, una lunga militanza nella Democrazia Cristiana, e ministro dell'Interno nel 1996. Ma la Jervolino ha poi ritirato la sua firma. Spiccano anche le firme di don Vitaliano Della Sala e di Don Gallo. Quelle del Premio Nobel Dario Fo e dell'astrofisica Margherita Hack che, forse ha sottoscritto l'appello prima del voto del 13 aprile in quanto scrive che «mi auguro che il governo di centrosinitra difenda il rispetto della costituzione che all'articolo 3 garantisce la libertà di opinioni politiche». L'attacco frontale ai pm di Bologna che stanno conducendo l'inchiesta sui militanti dei Carc non si ferma. Gli arrestati sono accusati di «ideare, promuovere, costituire, organizzare, finanziare un'associazione operante in clandestinità in Italia e in Francia con il proposito di compiere atti di violenza finalizzati all'eversione dell'ordine democratico italiano anche mediante il ricorso alla lotta armata» si legge infatti nell'ordinanza. Non solo, i magistrati sostengono che i Carc cercavano di instaurare un rapporto di collaborazione con altre sigle clandestine di matrice comunista attive, «in Italia e all'estero, quali le Brigate Rosse, il Pce(r)-Grapo e Frazione Ottobre del Pce(r) per accomunare le diverse formazioni a un unico progetto rivoluzionario». C'è da dire, però, che i rapporti con gli altri «militanti in carcere» del Partito comunista politico-militare sono quantomeno conflittuali. E da più fonti appare probabile che i Carc considerino inaffidabile quella frangia. Intanto, polizia e carabinieri indagano sul volantinaggio di domenica a Porta Portese e nei prossimi giorni sono attese novità.