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Redditi on line, è scontro fra le Entrate e il Garante

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Lostop dell'Authority era arrivato già poco dopo la notizia della circolazione in Rete dei 740 dei cittadini della Penisola. Ma ancora ieri il presidente contestava il fatto di non essere stato informato e consultato prima di prendere l'iniziativa. Così la stessa Agenzia non ha tardato a precisare che la pubblicazione è stata effettuata a norma di legge e, soprattutto, che «internet è trasparenza». «La diffusione dei dati reddituali con modalità telematiche - viene spiegato - da parte dell'autorità pubblica costituisce un elemento di garanzia, trasparenza e affidabilità dell'informazione». Insomma, l'Agenza non ci sta e spedisce la sua risposta al Garante. Ma intanto continua un altro scontro. Sono le associazioni dei consumatori ora a spaccarsi a metà, tra chi è dalla parte di Vincenzo Visco e chi prepara i moduli per fare causa. Partiamo dai favorevoli. L'Unione nazionale dei consumatori è decisamente in controtendenza rispetto alle altre associazioni che curano gli interessi dei propri associati. È «un gesto concreto a favore della trasparenza amministrativa, che andrebbe sempre difesa ed incentivata», spiegano. Anzi, chiedono «al prossimo ministro dell'Economia di autorizzare la diffusione dei dati per periodi anche più lunghi. A tale proposito - propone l'Unc - si potrebbero rendere note le dichiarazioni dei redditi a partire dal 2001, così da consentire, a chi fosse interessato, una comparazione tra anni diversi». E anche il Movimento di difesa dei cittadini si schiera dalla parte di Visco «che peraltro sembra in sintonia con la maggior parte dei cittadini». Ma un muro nei confronti del viceministro del governo uscente c'è. E arriva sempre dal mondo delle associazioni dei consumatori. A iniziare dal Codacons, che da oggi sul proprio sito metterà a disposizione degli italiani «un modolo che gli utenti possono scaricare per avviare le dovute azioni contro l'Agenzia delle entrate e chiedere un minimo di 500 euro di indennizzo per la grave violazione della privacy subita». Anche Federconsumatori ribadisce la sua contrarietà in merito alla pubblicazione on-line dei redditi, anche se non avvierà nessuna iniziativa di contrasto o rischiesta di risarcimenti. «Ribadisco la mia contrarietà alla pubblicazione degli elenchi - precisa il presidente Rosario trefiletti - Riteniamo sia possibile individuare altre strade per combattere l'evasione fiscale, migliorando l'efficienza della macchina fiscale attraverso il rafforzamento del rapporto tra Agenzia ed Enti territoriali». L'altra stoccata alla pubblicazione arriva dall'Adoc che presenta una denuncia per violazione della privacy alla polizia postale. Secondo l'associazione «è necessario che venga attivato un meccanismo di identificazione e tracciatura delle operazioni effettuate, a tutela della privacy e come prevenzione per eventuali episodi di criminalità legati alla consultazione dei redditi». E intanto è al vaglio della procura di Roma una prima informativa della polizia postale.

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