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Pd, le correnti stoppano Walter

Veltroni

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Un segnale chiaro che d'ora in avanti, per l'ex sindaco di Roma, i problemi sono inesorabilmente destinati a crescere. Anche perché, dopo le innovazioni della prima ora, il Partito Democratico sembra essere tornato alla vecchia cara logica delle correnti: una poltrona per uno non fa male a nessuno. La guerra, per la verità, era già cominciata la scorsa settimana. Grande bagarre per i capigruppo di Camera e Senato con Veltroni che si salvava in extremis riconfermando Antonello Soro e Anna Finocchiaro, un ex Ppi e un'ex Ds. Ora la storia si ripete. Altro giro di nomine e altra «lottizzazione». Da eleggere ci sono i vicecapigruppo, i vicepresidenti di Montecitorio e Palazzo Madama, i questori, i segretari di presidenza e Veltroni, con il bilancino, sembrava aver trovato la quadra del cerchio. Confermati i vicecapigruppo uscenti, per i vicepresidenti spuntano i nomi di Rosy Bindi e Rocco Buttiglione alla Camera, Vannino Chiti e Emma Bonino al Senato: un ex Ppi, un Udc, un ex Ds e una radicale. Tutto perfetto, ma non per Bonino che, dopo aver dato il via libera all'accordo mercoledì scorso, all'ultimo minuto punta i piedi. «Prendo atto dell'offerta della vicepresidenza del Senato e ringrazio - spiega -, ma come avevamo di già comunicato precedentemente, valutiamo più opportuno e utile per il lavoro parlamentare di Camera e Senato della delegazione radicale insistere sulla richiesta avanzata nei giorni scorsi di poter disporre di segretari di presidenza nei due rami del Parlamento». Un cambio di direzione che costringe i vertici del Pd a stoppare tutto. Così i candidati alla vicepresidenza verranno scelti stamattina e la battaglia torna a farsi cruenta. Anche perché, nella partita, si inserisce prepotente l'Idv di Antonio Di Pietro che gradirebbe molto il posto di vicepresidente a Montecitorio. Ora il partito dell'ex pm potrebbe ottenere la poltrona liberata dai radicali a Palazzo Madama ma, interrogata nel merito, Anna Finocchiaro ha escluso che l'Idv possa essere interessato alla vicepresidenza del Senato. Più probabile che, alla fine, Di Pietro e i suoi ottengano la presidenza della commissione di Vigilanza Rai. Poltrona per cui è in corsa l'ex diessino Giuseppe Giulietti (anche se occorrerà il placet della maggioranza), ma che nel Pd vedrebbero bene assegnata all'ex ministro delle comunicazioni il rutelliano Paolo Gentiloni. Insomma Veltroni sembra finito nelle sabbie mobili e non sarà facile uscirne. Anche perché, mentre va in scena la lotta per le poltrone, continuano a far discutere le parole di Massimo D'Alema che, domenica, aveva invitato il Pd a ripensare la strategia delle alleanze. Anche Finocchiaro si è schierata con il vicepremier che, secondo lei, «ha posto un problema politico serio e vero». Mentre l'ex segretario del Prc Franco Giordano ha apprezzato l'apertura di D'Alema. Dal canto suo il vicesegretario del partito Dario Franceschini avverte: «Indietro non si deve tornare, mai più coalizioni contro Berlusconi».

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