L'Italia alla ricerca di un Guardasigilli
Si trattava invece di risolvere una grave questione istituzionale e ha deluso tutti. Sarà un buon Guardasigilli solo chi - oltre a rispettare le garanzie costituzionali che pongono la giustizia in una solida gabbia protettiva - non dimenticherà che i magistrati sono uomini e donne con le loro pulsioni, le loro esigenze e le loro possibili debolezze; solo chi terrà presente l'assetto di poteri che è venuto in essere praeter costitutionem. Tutte qualità utili per non muoversi come un bufalo in un negozio di cristalleria e per partire col piede giusto: il dovuto rispetto per una categoria di lavoratori di norma molto qualificata e gravata da enormi responsabilità. Occorre, poi, che il legislatore non dimentichi che molti supposti errori giudiziari sono dovuti a leggi sbagliate o almeno illogiche e che le troppe figure di reati e regole spesso dubbie per il calcolo della pena o per la scarcerazione sono dovute alla schizofrenia della politica che passa dal più duro rigore al massimo buonismo. È dunque necessario iniziare con azioni positive per facilitare la riduzione dei tempi dei processi, fornendo gli strumenti (sedi, personale ausiliario e quant'altro) che soli possono giustificare l'imposizione di termini accelerati. Occorre poi approvare leggi per semplificare i processi e ridurne il numero. Il che nel campo penale comporta una più ampia depenalizzazione e la razionalizzazione dei reati e delle pene, tenendo presente che sono più dissuasive le pene realmente applicate che quelle eccessive. Ancor più delicati sono gli interventi per superare le rotture apportate dalla giustizia al disegno costituzionale. Per primo, l'abbandono del principio della apoliticità dei magistrati desumibile dall'articolo 98 della Costituzione che prevede leggi limitanti la loro iscrizione ai partiti. Abbandono inevitabile con il progresso della democrazia e contro il quale è impensabile un ritorno al passato. Occorre però rivisitare tutti gli istituti (Csm e responsabilità dei magistrati) che sono congegnati sul presupposto di una magistratura neutra. Per secondo, quello dell'applicazione del giusto processo da poco introdotto dall'articolo 111 della Costituzione che impone il totale distacco tra chi svolge la pubblica accusa e chi giudica. È bene dunque che anche le leggi, che devono perciò essere adottate, lo siano senza disattendere le istanze dell'ordine giudiziario. Ma è pure bene che esse, pur non essendo costituzionali, siano inserite - con i regolamenti parlamentari e le leggi elettorali - nel pacchetto di riforme che dovrebbero essere approvate d'intesa con il Pd, data la coerenza degli interessi dei due maggiori partiti in materia.