Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Ma se i riformisti europei sono a fine corsa, i democratici ...

default_image

  • a
  • a
  • a

A Roma si è completato un grande ciclo innovativo, riformatore ed entusiasmante grazie alla lungimiranza, alla determinazione e all'intelligenza di Bettini, Rutelli e Veltroni. I risultati elettorali vanno analizzati bene e questa volta dobbiamo farlo evitando sia le grandi ed inconcludenti assemblee, che le ristrette e fumose direzioni di partito. Il dato politico-elettorale del territorio romano è inedito, particolare e molto interessante. Gli elettori consegnano al Pd il risultato più alto della storia politica cittadina facendolo salire addirittura oltre il 41%. Ma alle comunali e alle provinciali nella stessa giornata, non si ottengono i medesimi consensi e al ballottaggio addirittura un diverso esito tra la Provincia ed il Comune. Il messaggio mi sembra chiaro: i cittadini hanno saputo fare con più lucidità ciò che forse la politica non ha saputo compiere fino in fondo. Hanno scomposto, ricomposto e quindi cambiato le "proposte" che gli venivano offerte realizzando così un mix straordinario e non ideologico, ma utile direttamente ai loro bisogni, ai loro problemi e alle loro speranze. Tutti noi, me compreso, abbiamo sbagliato a non percepirlo. Occorre, a questo punto, promuovere sul campo e non per cooptazione una nuova classe dirigente cittadina senza gettar via però le tante esperienze positive che comunque ci sono. Il nuovo coraggioso Pd affronta proprio ora il suo vero battesimo. L'alleanza di centrosinistra a livelo locale va riconfermata, ma su nuove prospettive. Si deve, infatti, ragionare sulla necessità di includere altri soggetti politici e nuove esperienze civiche. Il Pd si assuma subito l'onere di varare dieci proposte programmatiche così forti da costringere la nuova maggioranza ad accettarle. Scegliamo, con gli eletti e i non eletti in Campidoglio e nei Municipi, di essere un'opposizione veramente riformista. Dai parlamentari all'ultimo simpatizzante lavoriamo con umiltà e spirito di servizio nelle periferie dove più forti sono le delusioni, le critiche e più evidenti i bisogni. Adottiamo un modello di partito dalla forma semplice, non leggero e profondamente radicato nel territorio. Torniamo a vincere e ad appassionare gli elettori senza aspettare i possibili errori che la destra al governo potrà fare. Decoloriamo politicamente la sicurezza, il decoro e il rispetto della legge, questi devono tornare ad essere diritti, senza se e senza ma! Una città non diventerà sicura solo sulle promesse di sgomberare i campi nomadi. Il Pdl, facendo dimenticare i propri fallimenti, ha saputo vincere non soltanto sulle paure. Non inseguiamoli, indichiamo invece nuove e diverse soluzioni perché gli elettori abbiano ben chiara la differenza. Sosteniamo invece la realizzazione di una città sempre più giusta, legale e accogliente. Alziamo il livello delle idee, basta con le paure ideologiche e le piazze, evitiamo di confonderci con l'imbarazzante tormentone di ricette-fotocopia. L'oggi della destra può diventare già ieri, se promuoviamo un nuovo grande approdo per Roma. Una città a zero-timbri, capace di costruire il futuro e di compiere il sogno di chi merita, di chi ha coraggio, di chi è debole. Una città capace di offrire alle famiglie la possibilità di rompere l'attuale cerchio della quotidianità che ci vede vivere nelle grandi metropoli giornate tutte uguali e omologate. Ci si alza per andare a lavorare, si passano tante ore in auto, in metro, negli autobus e la sera si guarda la tv. La nostra politica ha l'obbligo di dare un "nuovo giorno" alle persone. Diamo spazio all'incontro, al dialogo, al sorriso, alla serenità, all'albero, al prato, al cielo, al sole. Ritorniamo quindi ad essere protagonisti del nostro futuro. Il Pd ha avuto un consenso enorme, la vittoria di Zingaretti alla Provincia di Roma dimostra che i cittadini ci stanno aspettando, non deludiamoli. Enrico Gasbarra

Dai blog