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Gli intellettuali del sindaco «Non siamo settari»

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Niente polemiche, niente cancellazioni. Partenza soft. Ha fatto troppo rumore la scelta di rimuovere la teca dell'Ara Pacis. Insomma, non vogliono sembrare coloro che arrivano e demoliscono tutto ciò che è modernita visto che da giorni gli uomini del nuovo sindaco, da Fabio Rampelli a Marco Marsilio, prendono di mira le costruzioni veltroniane e rutelliane. «Non siamo dei passatisti», spiega Umberto Croppi, in pista per fare l'assessore alla cultura con Luca Barbareschi che però sembra sempre più destinato a un incarico di governo nazionale. Non si guarda solo indietro. Si prova a guardare avanti. D'altro canto il programma della cultura dell'allora candidato Alemanno conteneva delle «avanguardie»: la città dei creativi, come primo punto. O la città dell'arte. Ma quali sono gli uomini del nuovo primo cittadino? Quelli con i quali si consulta quando si parla di cultura? Agnese, certo. Croppi, certo. E poi Carlo Fabrizio Carli, che lavora proprio alla Quadriennale, ed è uno storico dell'architettura. E in quest'area intellettuali gravita anche Giuliano Compagno, allievo di Mario Perniola, un siciliano eclettico noto come giornalista e soprattutto come autore teatrale. Sulla musica il «vate della destra» è Giampiero Rubei, l'uomo dell'Alexander Platz e dell'estate a Villa Celimontana. Perché è l'unico in quel mondo ad aver organizzato grandi eventi da solo, avendo portato a Roma, e non solo a destra, il grande jazz. Sicuramente avrà un peso nelle scelte del Comune. Come quando si parla di internet Alemanno pensa a Giampaolo Rossi, direttore di RaiNet. Mentre per il teatro, anche se non direttamente collegato al nuovo sindaco, gira in queso ambiente politico anche Lello Della Bona, l'ideatore del Bagaglino. Ci sono poi i giovani. Il più brillante è certamente Angelo Mellone, che ha appena pubblicato il suo ultimo libro «Cara Bombo, Berlusconi spiegato a mia figlia» (Marsilio-Tempi), apprezzato anche a sinistra visto che ha scritto anche sul Riformista. La new entry invece si chiama Luigi Di Gregorio che ha materialmente scritto e assemblato i documenti culturali. Sempre nel mondo giornalistico Luciano Lanna, il direttore responsabile del Secolo d'Italia, è invece l'uomo che alleva i talent scout. Avanguardia della destra sociale è la rivista Area, diretto da Marcello de Angelis. Ad Area è affidato il compito di analisi, di elaborazione di tesi e anche di apertura verso l'esterno dove collabora spesso anche Annalisa Terranova, redattrice del Secolo e autrice di diversi saggi sulla destra di progetto. Già, i giornalisti. Proprio nelle ultime settimane è stata un'associazione che nel suo piccolo ha già creato notevole rumore e dal nome piuttosto evocativo: Lettera 22. Il riferimento e alla celebre macchina da scrivere Olivetti, la preferita da Indro Montanelli, uno degli idoli del giornalismo di destra o almeno non di sinistra. L'iniziativa è partita da Paolo Corsini, giornalista Rai, che Alemanno conosce bene visto che dalla redazione economica del Gr seguiva proprio l'Agricoltura quando era ministro. E dopo Lettera 22 è nato anche L'Alternativa, un sindacato che ha deciso di rompere il monopolio a Saxa Rubra dell'Usigrai, i cui vertici, vicini al centrosinistra, cominciano a temerne la concorrenza. Un capitolo a parte, ma sarebbe meglio dire un pianeta a parte dell'universo alemanniano, è la fondazione Nuova Italia. Che venne creata proprio nella stagione del governo con il chiaro intento di andare oltre la destra sociale e oltre An, invitando a collaborare personalità esterne al partito. Come Franco Cardini. Come Sergio Gallo. O come Loris Facchinetti, presidente della commissione per la coesistenza pacifica. Sul fronte giuridico, invece, i riferimenti sono Ida Nicotra e Felice Giuffrè.

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