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A change for the better, con questo slogan ed un programma ...

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Una dura sconfitta per i laburisti inglesi e per il premier Gordon Brown, al suo primo test elettorale da quando siede al numero 10 di Downing Street. Più poliziotti nelle strade della City, «More police on the streets», «Action on gun and knife crime», i punti centrali del manifesto politico di Johnson, con cui è diventato mayor di Londra dopo due legislature di «Ken il rosso». Londra come Roma? Stesse polemiche, stessi allarmi sociali, sicurezza, integrazione, casa, trasporti. Dopo Gianni Alemanno, Boris Johnson, vite diverse, carriere diversissime. Nato 44 anni fa a New York, star televisiva, già direttore di The Spectator, taglio di capelli poco istituzionale, il neo sindaco di Londra non ha mai nascosto un profondo amore per Roma. «A dream of Rome» è il titolo del libro in cui Johnson racconta ed analizza le forme di potere che l'Impero esercitava sul mondo. Un ritratto dell'antica Roma partendo, per paradosso, dalle resistenze delle popolazioni conquistate all'Impero, da cui parte per criticare l'Unione Europea, lo spirito alla base dell'integrazione politica ed economica del Vecchio Continente. «Se vogliamo veramente un'Europa unita - scrive Johnson - la miglior cosa da fare è insegnare a tutti il latino e in particolare ai ragazzi». Una conoscenza profonda delle abitudini della Roma imperiale, ma anche della gastronomia tanto da portare come esempio, per far capire qual era la forza di aggregazione della cultura romana nelle regioni conquistate, il garum, la salsa di pesce tipica dell'antica Roma. «C'è da non credere - dice Johnson stupefatto - toglievano le viscere dai pesci, le lasciavano fermentare e cose di questo tipo. Ma il punto è che nonostante fosse chiaramente tossica, chiunque nell'Impero la mangiava». Un nuovo filo unisce quindi i romani ed i londoners, con due nuovi mayor attesi alla prova, stessi problemi, stesse ricette che vengono da lontano.

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