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Il trionfo di Alemanno: "Sarò il sindaco di tutti. Roma volta pagina"

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Alemanno

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«Sarò il sindaco di tutti, anche di chi non ha votato per me - è stata la prima dichiarazione del sindaco in pectore - Ho vinto con un voto ampio e trasversale e ne terrò conto, perchè quando si vince bisogna essere generosi. A Roma - ha aggiunto - si volta pagina: quel sistema di potere che sembrava perfetto è crollato. È una città fantastica: oggi hanno vinto tutti». Un successo che Alemanno ha voluto dedicare al consigliere comunale Tony Augello, scomparso qualche anno fa, «che ha costruito l'opposizione di questa città» e a Gianfranco Fini: «Oggi - ha detto Alemanno - si chiude una partita iniziata nel 1993» quando Rutelli sconfisse il leader di Alleanza Nazionale proprio nella battaglia per il Comune di Roma. Una partita che nel 2006 lo vide protagonista, poi sconfitto, da Walter Veltroni. Alemanno ha seguito le prime operazioni di spoglio al primo piano del comitato elettorale di via Salandra. Ne è sceso verso le 18 per le prime dichiarazioni, non prima di aver salutato dalla finestra i suoi sostenitori che nel corso del pomeriggio si erano affollati ai piedi dell'edificio. «Non vedo l'ora di iniziare a lavorare» ha annunciato. L'agenda è già pronta: «La prima cosa sarà andare a trovare il vedovo di Giovanna Reggiani per dirgli negli occhi che simili episodi non si verificheranno mai più. Poi convocherò il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza per iniziare a liberare la città dal degrado e riprendere il controllo del territorio. In seguito - ha aggiunto - manderò a casa chi nelle municipalizzate non è stato all'altezza del suo ruolo». In sintesi, ha spiegato il neosindaco, la sua amministrazione sarà basata su «socialità, lavoro e sicurezza».  C'è anche spazio per la Comunità ebraica, nei ringraziamenti di Alemanno: «Gli sono grato - ha detto - perchè hanno ribadito la loro neutralità. So che molti mi hanno votato: garantisco loro la mia lealta». Ma la prima comunicazione ufficiale l'ha riservata al Papa: «Nel momento in cui vengo eletto sindaco di Roma dal suffragio degli elettori - si legge nel telegramma inviato Oltretevere - rivolgo il mio deferente saluto a Lei, Santità, Vescovo di questa città, assicurando piena collaborazione con la comunità cattolica per il bene di tutti i cittadini romani». Poi, dopo una telefonata con Nicola Zingaretti («sembra che dovremmo convivere, ma sempre con lealtà», si sono detti), una col prefetto Carlo Mosca («È una persona concreta, lavoreremo bene insieme») e addirittura con Pecoraro Scanio («Ci vedremo presto» sorride al cellulare), la festa si è spostata in corteo sulla piazza del Campidoglio (dove si insedierà ufficialmente domani). Qui, con la moglie Isabella Rauti e il figlio tredicenne Manfredi, Alemanno ha parlato di un vero «miracolo politico», e ha invitato i suoi sostenitori accalcati sulla piazza, tra un brindisi, uno stornello e un inno di Mameli, a «non creare contrapposizioni. La sinistra ha imparato la lezione che non si fa politica con le risse. Non è una vittoria contro qualcuno, ma per Roma. Ora bisogna guardare avanti».

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