Una nazione bloccata dal partito del no
Mi riferisco alla saturazione dei transiti lungo l'arco alpino. Lo faccio per dimostrare la validità della Legge Obiettivo e la grave responsabilità del Governo Prodi nell'aver bloccato un'opera come il valico del Frejus. Per comprendere simili responsabilità occorre ricordare, in modo asettico, i fatti. Durante il Governo Berlusconi abbiamo affrontato in modo organico l'emergenza valichi; un approccio non più legato ai singoli valichi, ma all'intero arco alpino. In proposito ricordo che nel 1967 lungo l'arco alpino erano transitati 19 milioni di tonnellate di merci e nel 2006 ne sono transitati 151 milioni di tonnellate. Questa crescita del 700% dal 1967 al 2006 è drammatica ma, ancora più grave, è l'assenza, in quaranta anni, della realizzazione di nuovi valichi ferroviari. Per comprendere una simile emergenza è utile leggere un rapporto della Unione Europea del 2006 in cui si ribadisce che l'intero sistema ferroviario alpino sarà saturato nel 2028 con una capacità totale di 271 milioni di tonnellate. Per capire cosa sia la saturazione dei valichi sono sufficienti poche considerazioni: la chiusura del valico stradale del Bianco, a causa dell'incendio, ha causato un danno all'economia del nostro Paese, in soli tre anni, di circa 3 miliardi di euro. La saturazione dei valichi imporrà un cadenzamento nei transiti con un danno di diversi miliardi di euro alla competitività dei nostri prodotti. Appena diventato Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel 2001, avviai, quindi, la fase progettuale, quella autorizzativa e quella legata agli accordi internazionali dei nuovi valichi ferroviari del Frejus e del Brennero. Tali progetti rappresentavano i segmenti chiave di quella grande operazione, voluta sempre dal nostro Governo, di rivisitazione delle reti TEN. Infatti il valico del Frejus è ubicato sul Corridoio 5 ed il valico del Brennero è ubicato sul Corridoio 1. In soli due anni il CIPE approvò i progetti sia del Frejus che del Brennero ed il 30 aprile ed il 5 maggio del 2004 furono sottoscritti gli accordi internazionali rispettivamente tra l'Italia e l'Austria per il Brennero e tra l'Italia e la Francia per il Frejus. Spesso addebitano al Governo Berlusconi il mancato confronto con le popolazioni locali. Ebbene, tutto questo non è assolutamente vero; la Presidente della Regione Piemonte Bresso sa bene quanti incontri, quanti confronti si sono svolti con le istituzioni locali, infatti la procedura di approvazione del progetto, dettata dalla Legge Obiettivo, prevede la Verifica di Impatto Ambientale, la Conferenza dei Servizi ed infine, l'approvazione del CIPE, vede la Regione soggetto vincolante. D'altra parte è bene ricordarlo sempre: il CIPE in soli tre anni, grazie alla Legge Obiettivo, ha approvato progetti di opere per 98 miliardi di euro e, sempre grazie alla Legge Obiettivo, si sono cantierati o consegnati lavori per oltre 58 miliardi di euro. L'avvio dei lavori del tunnel pilota del Brennero sono la testimonianza inattaccabile della validità di quanto il Governo Berlusconi e la sua squadra hanno fatto proprio nel rapporto con il territorio. Le procedure autorizzative e la fase istruttoria dei due interventi, quello del Frejus e quello del Brennero, sono identiche e sono partite insieme: oggi per il Brennero siamo già alla fase irreversibile che ci porterà alla realizzazione dell'opera; per il nuovo valico del Frejus, invece, non solo siamo fermi ma si è azzerato in modo irresponsabile, togliendo l'intervento dalla Legge Obiettivo, un itinerario che avrebbe visto oggi un avanzamento del tunnel pilota di oltre il 20%. Per dare concreta attuazione a tali opere, eravamo riusciti ad ottenere un coinvolgimento finanziario della Comunità per la realizzazione dei valichi del 20%, non rispettando i tempi perderemo, per il Frejus, un contributo di circa 2 miliardi di euro. La responsabilità di questa grave stasi nella costruzione della Torino-Lione non è dei Sindaci della Val di Susa ma del Governo Prodi che, pur di rimanere al potere, ha accettato un vergognoso ricatto da parte delle forze integraliste della sinistra (Verdi, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani oggi finalmente scomparsi dal Parlamento). L'elettorato ha capito ed ha preso giustamente le distanze.