AirOne traccia la rotta su Alitalia
I contatti si sono intensificati e hanno preso una direzione precisa, quella di forti soci finanziatori. Perché il partner industriale, per il momento, sembra essere esclusivamente la Air One di Carlo Toto (in procinto di vedere gli emissari di Silvio Berlusconi). La compagnia dell'imprenditore abruzzese ha una carta importantissima nella partita per il rilancio di Alitalia: la disponibilità di opzioni per decine di aerei nuovi e particolarmente di alcuni aerei adatti per le rotte di lungo raggio, l'affare più allettante del trasporto passeggeri per i prossimi anni. Quelle opzioni sono particolarmente pesanti perché, contrariamente a quanto si può pensare guardando alle difficoltà in cui si dibatte l'Alitalia, tra le compagnie mondiali è scattata una corsa all'accaparramento dei nuovi aeromobili, proprio in previsione di una domanda che, malgrado l'aumentato costo dei carburanti, sarà fortemente crescente. Ma, appunto, la Air One si candida come partner industriale, cioè in grado di portare nell'accordo specifiche caratteristiche legate alla gestione tecnica, e non come partner finanziario. Nel suo piano precedentemente sottoposto al governo Prodi la compagnia privata italiana si era infatti basata sul forte supporto finanziario di Banca Intesa, non essendo dotata di risorse proprie sufficienti. Ora, invece, sembra che, pur mantenendo l'impostazione fondamentale della strategia di rilancio pensata da Carlo Toto e dai suoi consulenti, a mettere gli strumenti finanziari saranno altri partner, non necessariamente di tipo bancario. Si pensa a Sviluppo Italia, e alla sua ricca dotazione da un miliardo di euro bloccata in cassa, ma, anche se la notizia ufficialmente è stata smentita (ma a noi risulta invece che la trattativa non è interrotta) potrebbero entrare in campo finanziatori Eni, Enel e Finmeccanica. In questo caso la forza di fuoco sarebbe sufficiente per tentare il rilancio della compagnia, che risulterebbe anche interamente privatizzata al termine dell'operazione. Su queste basi verrà avviato la prossima settimana anche un sondaggio informale con i sindacati. Tra i tagli di personale immaginati, e questa potrebbe essere una carta rilevante nella trattativa, si guarda più al pletorico settore della dirigenza di Alitalia che al corpo piloti. I piloti Alitalia, aldilà delle critiche demagogiche e disinformate di questi giorni, non sono né più pagati né meno produttivi di quelli delle altre compagnie e sono, invece, la vera forza di una società di trasporto aereo che voglia davvero provare a scommettere su un mercato domestico da 24 milioni di passeggeri l'anno e su un mercato internazionale in crescita. Non a caso nell'accordo con Air France era previsto il trasferimento a Parigi, sui voli centrati sugli scali francesi, dei piloti italiani più giovani. Sarebbe stata una sottrazione a costo zero e molto scorretta di personale specializzato, di cui c'è scarsezza sul mercato del lavoro internazionale, e essenziale per tenere in vita un network aereo competitivo.