Il governo ancora non c'è. Ma il Fmi già lo bacchetta
Rigore, rigore e ancora rigore. E nessun alleggerimento. Questo in sintesi il messaggio che i guardiani della stabilità finanziaria internazionale hanno preventivamente inviato al Cavaliere. Niente regalie o atteggiamenti addolciti per quanto riguarda la spesa pubblica. La raccomandazione degli ispettori di Washington è stata inequivocabilmente solo una, la solita: «Garantire ulteriori progressi nel consolidamento di bilancio». Non solo. L'agenda delle prime azioni che dovrà mettere in cantiere il premier è già stata scritta. E ancora una volta dal Fmi ha auspicato «azioni rapide» sul fronte fiscale oltre alle riforme strutturali per rilanciare l'economia. La voce con cui si è espresso l'organismo economico internazionale è stata quella del direttore delle Relazioni esterne del Fondo monetario Internazionale, Masood Ahmed. Che ha strizzato anche l'occhio al governo di centro sinistra in uscita. «In attesa che si formi il nuovo Governo - ha spiegato Ahmed - la nostra valutazione rimane quella già espressa durante l'ultima missione in Italia. Dopo gli ottimi progressi registrati nel 2007, la posizione di bilancio si sta di nuovo indebolendo e, quindi, ulteriori iniziative sono una priorità». Un assist immediatamente raccolto dal centro sinistra. «Anche il Fondo monetario internazionale riconosce il buon lavoro fatto nei due anni di governo di centrosinistra sul fronte del fiscale, innanzitutto con i buoni dati sul recupero dell'evasione. Al nuovo governo adesso, come lo stesso Fmi invita a fare, l'onere di salvaguardare i progressi realizzati e di renderli strutturali» ha dichiara il responsabile economico del Pd Giorgio Tonini. Sulla situazione economica italiana - fanalino di coda europeo in base alle ultime previsioni dell'Fmi che parla di una crescita dello 0,3% nel 2008 - Ahmed ha sostenuto che la priorità del nuovo governo «dovrebbe essere la salvaguardia dei programmi di consolidamento fiscale, dove si sono registrati buoni progressi nel 2007, e la liberalizzazione di riforme strutturali per far ripartire l'economia». Riferendosi ai risultati ottenuti nel 2007 Ahmed ha riconosciuto che «il consolidamento fiscale si è basato in particolare sulle entrate, diminuendo il deficit, mentre il debito pubblico sta salendo nuovamente nel 2008». «Occorrono azioni rapide per prevenire nuovi scivoloni», ha concluso il portavoce del Fondo, ricordando che consigli di questo tipo, già dati in passato,«rimangono validi anche oggi». E non si può sgarrare. Il pressing non è soltanto a parole. Tremonti e Berlusconi appena insediati dovranno aprire la porta a una nuova missione del Fondo attesa in Italia, per completare il lavoro già avviato in base al cosidetto Articolo IV, interrotto a causa della crisi politica.