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Alitalia, l'Europa chiede il conto

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Una missiva dai toni duri e ricca di osservazioni sulla natura della misura presa dal Consiglio dei ministri. «Quella del prestito - avverte Berlusconi - era l'unica cosa da fare. Adesso la fanno difficile. Ma io non sono preoccupato: l'Unione europea deve aiutare le cose giuste e non fare difficolta». Bruxelles però vuole avere un quadro completo del provvedimento per valutare se il prestito-ponte si configuri o meno come un aiuto di Stato. Non solo. La lettera contiene un ultimatum: il governo italiano ha quindici giorni per rispondere. La replica è stata immediata. «Il governo - recita una nota di Palazzo Chigi - conferma che fornirà, entro i 10 giorni lavorativi indicati nella lettera, le informazioni richieste e, a garanzia della certezza giuridica dell'intervento, espleterà le procedure previste dal Trattato». Ma c'è di più. Alcune compagnie aeree sono sul piede di guerra e maliziosamente la missiva dell'Ue arriva al momento giusto. L'inglese British Airways e la svedese Sas minacciano di fare ricorso contro il prestito-ponte concesso ad Alitalia. «Vigileremo da vicino la situazione, per essere sicuri che le norme europee sugli aiuti di Stato vengano scrupolosamente rispettate», ha commentato un portavoce della compagnia di bandiera britannica. Mentre dalla compagnia scandinava fanno sapere di avere intenzione di «contattare la Commisione europea per chiedere di approfondire le misure prese dal governo italiano». Dello stesso parere anche Ryanair. La compagnia low cost ricorrerà presso la Commissione europea contro il prestito erogato dal governo italiano ad Alitalia. «L'ultimo salvataggio da 300 milioni di euro di Alitalia - ha spiegato il direttore legale di Ryanair, Jim Callaghan - è una beffa alla normativa Ue sugli aiuti di Stato. Sostenere un'aerolinea nazionale inefficiente, che sarebbe dovuta finire in bancarotta, tempo fa è semplicemente illegale». Sulla natura del prestito ponte il Wall Street Journal non ha dubbi. «Ha tutta l'aria di un aiuto di stato illegale» che la Commissione europea «può e deve respingere», ha anticipato ieri il quotidiano finanziario nella rubrica "Breaking views". E anche l'Fmi invita a trovare una soluzione rispettosa delle regole di mercato in generale e dell'Unione europea in particolare. Intanto, alla Magliana ieri si è svolto l'incontro tra i vertici di Alitalia e i sindacati che hanno registrato le prime indicazioni sul numero di aerei che la compagnia intende lasciare a terra entro il 2008. Intanto il Consiglio di amministrazione di Alitalia ha evidenziato, ancora una volta, la necessità di una ricapitalizzazione da effettuarsi in tempi brevi «per assicurare una prospettiva duratura di continuità operativa». Presto sarà nominato un nuovo amministratore delegato. Ennesimo personaggio di una storia senza fine.

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