La leghista "terrona" che ha stregato Bossi
Da quando si batte contro l'immigrazione clandestina che soffoca l'isola pelagia ed è divenuta la paladina dei suoi concittadini. Una leghista tosta eletta in Emilia Romagna. «Sono un po' arrabbiata - esordisce - Ho lasciato il sole della mia isola per venire a Roma e trovo il cielo nuvoloso. Il sole per me è tutto. E oggi infatti mi sento già meglio». Si sente un emigrante? «Non proprio, le debbo confessare che in fondo sono mezza romana. Sia chiaro non Roma ladrona. L'altra mezza. Mio padre aveva un peschereccio ad Anzio e lì ho vissuto molti anni. I miei figli sono nati ad Anzio. Sono molto legata a quella cittadina e quindi anche a Roma. È la mia seconda città». E Lampedusa? «Lampedusa è in buone mani. Momentaneamente». Che vuol dire? «Senza di me c'è sempre pericolo. Sono il difensore dei cittadini, quella che si batte per i loro diritti». Però l'ha lasciata per il Senato... «Lampedusa non l'abbandonerò mai. Tutte le settimane tornerò giù. Sono una che lavora duro. Una leghista doc con un cuore siciliano. Del resto se non fossi così, con questa anima lampedusana, come si potrebbe resistere in un'isola lontana da tutto». In Parlamento quali programmi? «Quelli per i quali mi sono sempre battuta. Immigrazione e sicurezza. Sto già lavorando a una legge per respingere i clandestini e mi auguro che i miei nuovi colleghi la votino perchè sarà una legge dura. Senza sconti». In perfetto stile Bossi... «Bossi è felicissimo. Ci siamo visti a Milano la settimana scorsa. Sono una sua scoperta e sono riuscita a portare un contributo importante. Ho fatto sventolare la bandiera della Lega Nord a Lampedusa». Angela Maraventano guerriera con stile casual. Il primo giorno al Senato? «È vero, sono una da jeans e non ho intenzione di cambiare. Ma il primo giorno in effetti non possono evitare di indossare un tailleur. No nero, un colore che odio. Qualcosa di sobrio ma con l'immancabile foulard verde. Che scherziamo. Quello non mancherà mai».