Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«L'intesa con Af è fallita per colpa dei sindacati»

default_image

  • a
  • a
  • a

Colpa dei rappresentanti dei lavoratori, dunque, se il vettore italiano non ha ancora un destino sicuro davanti. L'unica certezza finora è che i posti di lavoro difesi a oltranza salteranno comunque. Sono inevitabili «dolorose riduzione di personale» ha detto il presidente del consiglio in pectore dopo aver provocato i sindacati sulle responsabilità per la ritirata di Air France. «Ha detto no in primo luogo per il veto posto dai sindacati» ha spiegato Berlusconi, per poi precisare che «su Alitalia i sindacati hanno fatto il loro mestiere e magari hanno avuto anche ragione. La verità è che le condizioni poste da Air France-Klm erano impossibili da accogliere». Un passo avanti e uno indietro insomma non impedisce al leader del PdL di confermare che «ci sarà gente che dovrà trovarsi un altro lavoro». Bastone. Poi di nuovo la carota: la stessa gente «potrà contare sui mezzi che lo Stato ha per una debita assistenza». Ovvie e dure le repliche dei sindacati. «C'è uno scarico di responsabilità che non fa onore a questo Paese» ha detto il leader della Cgil Guglielmo Epifani che ha aggiunto «Tagli dolorosi? Berlusconi dovrebbe parlare piuttosto del piano di rilancio e dei soggetti in grado di realizzarlo». L'addio di Air France è colpa dei sindacati? «È una barzelletta», ribatte il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni: «Sanno tutti che lui (Berlusconi) era contrario, Spinetta se n'è andato per questo motivo». Bonanni ha poi comunicato di aver «apprezzato la precisazione» di Berlusconi: ora, dice, «è il momento che tutti abbassino i toni. Bisogna unire il paese e non dividerlo». «Colpa mia non è», dice la leader dell'Ugl Renata Polverini: «Sono l'unica che ha incontrato Spinetta e che si è resa disponibile al confronto fin da gennaio. Poi sulla trattativa hanno pesato crisi di governo e campagna elettorale». Intanto oggi alle 10.30, i sindacati di settore tornano al tavolo con la compagnia. La convocazione, che parla di esame delle «misure sociali» per le diverse categorie, piloti, assistenti di volo e personale di terra, non preannuncia notizie positive. Si riparte dal «piano Prato», con un numero degli esuberi sul tavolo che sarà almeno in linea con quello che aveva portato al muro contro muro con Air France. I francesi avevano spiegato che l'impatto del loro progetto non era diverso da quello del piano di emergenza messo a punto dalla compagnia a fine agosto, e da allora la situazione è solo peggiorata fino a precipitare ad un soffio dal commissariamento. A settembre il cda aveva indicato che «le ricadute sugli aspetti occupazionali» sarebbero state definite «in stretta intesa» con i sindacati.

Dai blog