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Lega pigliatutto. Il Cav lascia Formigoni fuori dall'esecutivo

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Bossi e Berlusconi

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Lo assicura il leader del Carroccio Umberto Bossi, lo ripete con forza Gianfranco Fini. L'unico a non pensarla così è il diretto interessato che ostinatamente replica: «Non decidono loro del mio futuro». In compenso il Governatore è stato ricevuto da Silvio Berlusconi ad Arcore. Mezz'ora di faccia a faccia da cui Formigoni è uscito sorridente lasciandosi sfuggire una sola frase: «Tutto bene». In realtà pare che il neosenatore del Pdl non abbia nascosto le sue perplessità davanti all'offerta avanzatagli dal Cavaliere tanto che i due si rivedranno stasera. Il fatto è che Berlusconi non vuole elezioni anticipate in Lombardia e Veneto così, dopo aver convinto Giancarlo Galan a rimanere al suo posto, è partito all'assalto di Formigoni. Il presidente del Consiglio in pectore ha chiesto al Governatore di rimanere al suo posto fino alla scadenza naturale del suo mandato (il 2010) prospettandogli un possibile ingresso nella squadra di governo tra due anni e, soprattutto, un incarico di prestigio nel Popolo della libertà. Niente poltrone anche per il braccio destro del governatore Maurizio Lupi. Certo, la partita non è ancora definitivamente chiusa, ma sembra difficile che ci possano essere sorprese. A maggior ragione che i principali alleati del Cavaliere, a distanza, offrono la stessa versione dei fatti. «Credo che Roberto Formigoni resterà al suo posto dove onorerà fino alla fine il mandato ricevuto dagli elettori» spiega Gianfranco Fini ospite della trasmissione Porta a Porta. Mentre Umberto Bossi, a margine di una visita ad una mostra a Varese, svolge un ragionamento più articolato: «Berlusconi ha paura della reazione della gente se il presidente della Regione va direttamente a Roma. Se facciamo le elezioni a ottobre, rischiamo divisioni tra gli alleati. Non si può avere tutto e subito, la gente ora vuole sicurezza e federalismo fiscale, per il quale occorrono alcuni mesi di lavoro». In compenso entrambi i leader hanno le idee chiaro su cosa faranno da grandi. Fini si è detto disponibile ad accettare l'incarico di presidente della Camera se i deputati lo eleggeranno («Sarebbe una dimostrazione di presunzione rifiutare di ricoprire la terza carica dello Stato») spiegando che «come da prassi e da galateo istituzionale, sia pure con commozione, lascerò il vertice di Alleanza nazionale». Dal canto suo il Senatur ha ribadito che al Carroccio verranno affidati: il Viminale (Roberto Maroni), il dicastero della Riforme (lo stesso Bossi), le Politiche Agricole (Luca Zaia) e il vicepremierato (Roberto Calderoli). Mentre Roberto Castelli, possibile successore di Formigoni al Pirellone, si accomoderà sulla poltrona di viceministro alle Infrastrutture. Insomma se a questo si aggiunge che, nel 2010, il Carroccio otterrà anche la poltrona del governatore veneto, il cerchio è chiuso. La Lega ha fatto piazza pulita.

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