Rosa per l'Italia, la «liaison» Pezzotta-Baccini è già finita

Tradotto, tra l'asse Tabacci-Pezzotta (che ha i soldi) e Mario Baccini (che ha i voti). È successo che l'ex sindacalista capo della Cisl non ha gradito affatto la scelta di Baccini di allearsi con Gianni Alemanno nel ballottaggio per la corsa a sindaco di Roma. Non l'ha gradita soprattutto nei modi, visto che l'accusa è di aver fatto «una scelta personale non decisa con il partito». Così ieri Savino Pezzotta ha inviato alle agenzie la stessa lettera spedita poco prima all'ex ministro della Funzione Pubblica e suo collega di partito. «Non si può sostenere, come tu stesso fai — scrive in uno dei passi più significativi della lettera — che occorre essere alieni "da qualsiasi vocazione aprioristica verso il centrosinistra e il centrodestra" e poi alla prima occasione schierarsi. Non è sostenibile, non è opportuno, non è corretto». «La Rosa per l'Italia a Montecatini — ricorda ancora il presidente del partito — ha scelto di operare per la costruzione di una forza di Centro riformatore autonoma dal centrodestra e dal centrosinistra, in particolare dal Pdl e dal Pd». Pezzotta poi si sofferma su Roma. E le parole si fanno ancora più dure: «Le elezioni amministrative della Capitale hanno sempre avuto e sempre avranno un rilievo politico nazionale che non può essere sottovalutato. Da sempre, ti ho espresso la mia contrarietà ad accordi con chi fino la sera prima delle elezioni ha fatto di tutto per farci scomparire e ha utilizzato - Alemanno compreso - la retorica del voto utile». «Oggi il tuo giudizio su Rutelli — prosegue — è alquanto severo; ma non sei stato tu a cercare, prima del voto, un accordo con lui senza informarne me e il partito? Cosa che si è saputa solo quando l'intesa era fallita?». «In solitudine — è la conclusione — hai deciso da solo di fare una riunione con Alemanno: sarebbe questa la nostra autonomia? A pochi giorni dalle elezioni, dopo esserci battuti e difesi con forza da chi voleva annientarci, già ci mettiamo a sostenere una parte?». La risposta di Mario Baccini è stata altrettanto dura: «Pezzotta non ha una compiuta visione della realtà romana e dei cittadini». Parole che non lasciano spazio ad alcuna ipotesi di mediazione tra le due anime della Rosa Bianca. «Una città abbandonata da anni ad un destino di declino sociale, morale e civile, ha ora bisogno di una sferzata di novità: da qui la scelta della Rosa per l'Italia di Roma, dei Moderati di sostenere al ballottaggio Gianni Alemanno, senza se e senza ma — prosegue Baccini sul suo blog — La Roma dell'accattonaggio, dei campi rom, della criminalità e del degrado deve far posto alla Roma dello sviluppo, del ceto medio e produttivo, della cultura, del turismo. Roma deve cambiare. Non è accettabile che si rincorrano gli eventi sull'onda del sensazionalismo». E sul blog del fondatore della Rosa Bianca arrivano commenti entusiastici. «Ottimo Mario, con Alemanno, senza se e senza ma», esclama Vito. «Caro Baccini, lei sarebbe stato il candidato ideale per Roma, ma visto che la scelta è tra Alemanno e Rutelli voterò senza dubbio il primo», gli fa eco Martina. «Speriamo che finalmente il centro destra — sospira Matteo — riesca a conquistare Roma. Dobbiamo andare a votare!!!». Maria avrebbe «comunque votato Alemanno, Roma non può tornare a Rutelli».