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Pd, Veltroni rischia già il prepensionamento

Walter Veltroni

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La sconfitta alle politiche non ha cambiato niente anzi, ha coinciso con l'inizio di una nuova stagione del riformismo in Italia. Il resto sono voci maligne. Fin qui la versione ufficiale del loft del Partito Democratico. Quella ufficiosa, invece, parla di un segretario preoccupato soprattutto per l'esito delle comunali di Roma. Tanto che non è più un segreto che, dovesse perdere Francesco Rutelli, Veltroni sarebbe a rischio prepensionamento. Lo dice chiaramente Emma Bonino fresca senatrice del Pd. «È chiaro che perdere Roma non sarebbe un fatto amministrativo - spiega intervistata da Radio Radicale -, certamente non aiuterebbe la posizione di Veltroni all'interno del Pd e aprirebbe altri ambiti di riflessione. Indubbiamente non sarebbe una questione solamente amministrativa né aritmetica, penso che per la rilevanza politica, ad una settimana dalle elezioni, per come sono andate e per l'impostazione che ha voluto dare Veltroni alla campagna elettorale, credo che certamente perdere Roma non aiuterebbe Walter Veltroni a rimanere saldo in sella». Tra l'altro l'ex ministro delle Politiche comunitarie contesta quello che sta accadendo tra Veltroni e Antonio Di Pietro (i due si vedranno domani per sciogliere il nodo del gruppo unico) che, nonostante gli accordi pre elettorali, sembra già essersi smarcato dal Pd. In attesa di sapere come finirà la battaglia nella Capitale, il segretario prova a prendere un po' di ossigeno. Ieri ha riunito a Milano i segretari regionali del Pd e ha deciso che, d'ora in avanti, il partito si articolerà con un coordinamento del Nord e uno del Sud. «C'è bisogno di strutturarsi meglio - ha spiegato -, ma non è una questione organizzativa, non spezzetteremo il partito». Un partito che, in quattro mesi, ha fatto «una rivoluzione dolce». Ora l'avventura continua all'opposizione dove, aggiunge, il Pd guarderà «con attenzione alle proposte di una forza di sinistra che non è entrata in Parlamento». Ma Veltroni non pensa solo alla Sinistra l'Arcobaleno il suo obiettivo reale è un altro: «Se il Pd farà opposizione in modo intelligente, se svilupperà un rapporto con le altre forze dell'opposizione, soprattutto l'Udc, potrà far ripartire una sfida riformista mai conosciuta prima». Certo, se Casini cominciasse dando una mano a Roma, non sarebbe male.

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