Il Berlusconi ter sopra la linea gotica

Bastadare un'occhiata alle biografie dei papabili a una poltrona governativa. La stragrande maggioranza hanno natali eminentemente settentrionali. Una scelta che in un certo senso cozza contro il plebiscito del 13 e 14 aprile, quando gli italiani del Sud (e del Centro) premiarono il Pdl in misura decisamente maggiore di quanto fecero quelli del Nord e del Nord-Est. Anche in questo caso a parlare sono i fatti, cioè i numeri. Analizzando i dati elaborati dall'Istituto Cattaneo sul voto per la Camera (più rappresentativi di quelli per il Senato, dove a votare sono solo i maggiori di 21 anni), si «scopre» che il successo della coalizione PdL, lega ed Mpa è stato particolarmente marcato in Campania (con quasi 330 mila voti in più, pari al 23,7%, rispetto a due anni prima), Sicilia (+250 mila), Puglia (+100 mila), Calabria (+96.509) e Sardegna (+45.250). A fronte di questa scelta del Mezzogiorno, che ha premiato il Cavaliere e penalizzato il centrosinistra e la sinistra estrema, le regioni che si trovano sopra la Gotenstellung non sono state altrettanto benevole. In Veneto la coalizione del Cavaliere è cresciuta dell'11,9%, in Lombardia dell'8,7, in Piemonte del 6,1. Ma in Trentino Alto Adige è scesa dello 0,2% e in Friuli del 2,2. Poi, scendendo verso la Capitale, c'è la Liguria con il +3,7%, l'Emilia-Romagna con il +6,4, la Toscana con il +4,1. Insomma tra i due «blocchi» non c'è paragone. Il centrodestra ha vinto soprattutto grazie ai consensi raccolti al di sotto della Linea Gotica. Ma le voci sulla composizione della compagine di governo dipingono un quadro in cui i meridionali hanno uno spazio pari a zero. O quasi. Vediamo come si distribuiscono i probabili futuri ministri nei vari «campanili» della Penisola. Il leghista Roberto Maroni, responsabile del Welfare nel Berlusconi III, e che dovrebbe approdare agli Interni o alle Attività Produttive, è nato a Varese il 15 marzo del 1955. Due poltrone per le quasi è in pole position anche Claudio Scajola, «classe» 1948», nativo di Imperia. Giulio Tremonti, senza dubbio il prossimo ministro dell'Economia, è venuto alla luce il 18 agosto 1947 a Sondrio. Roberto Calderoli, che dovrebbe occupare uno dei due posti da vicepremier insieme con Gianni Letta, è bergamasco. Il «senatur» Umberto Bossi, leader del Carroccio e candidato alle Riforme, ha spalancato gli occhi il 19 settembre del '41 a Cassano Magnago, nel Varesotto, mentre la futuribile ministra dell'Ambiente Michela Vittoria Brambilla è lecchese doc, come il governatore lumbard Roberto Formigoni, anche lui in lizza per un dicastero. Il «precisatore» ufficiale del Berlusca Paolo Bonaiuti è un toscanaccio di Firenze (appena poco sotto la linea) e a lui dovrebbe essere assegnato il ministero dei Beni Culturali. Sandro Bondi, che aspirerebbe all'Istruzione, è di Fivizzano, un piccolo centro alle pendici dell'appennino tosco-emiliano che sorge proprio lungo la suddetta linea istituita nella seconda guerra mondiale. Stesso luogo che ha dato i natali a Denis Verdini, che potrebbe avere una stanza a Palazzo Chigi. Sempre del Nord due altri possibili ministri: il milanese Maurizio Lupi, «ciellino» di Forza Italia, e Luca Zaia, di Conegliano. Per concludere la panoramica, ci sono Franco Frattini, romano adottivo e però ex istruttore di sci che si è candidato nel 2001 a Bolzano e quest'anno in Friuli; Ignazio Benito Maria La Russa, nato a Paternò, in Sicilia, ma che si è trasferito giovanissimo a Milano. A rappresentare il Sud restano soltanto la siracusana Stefania Prestigiacomo e la salernitana Maria Rosaria Carfagna, meglio nota come «Mara», che forse non sarà neppure ministra. Un po' poco, considerando la radiografia geografica del voto. E che non siano solo ipotesi lo ha fatto capire ieri il premier in pectore. Il Veneto «avrà una forte rappresentanza al governo e vi saranno almeno due ministri veneti e una significativa componente fra i vice ministri e i sottosegretari», ha annunciato ieri Berlusconi, liquidando così la «questione ministro-meridionale».