L'anziana strangolata nascondeva 100 mila euro in cucina
Denaro trovato ieri dai carabinieri che indagano sul delitto durante la perquisizione della palazzina a due piani immersa nel verde. Soldi che invece l'assassino non è riuscito a trovare dopo aver ucciso con il filo delle buste di immondizia la donna. Al vaglio degli inquirenti, in seguito a questa scoperta, sia la possibilità che si possa essere trattato di un balordo ad ammazzare Emilia Matilde Stoppioni, di 81 anni, vedova da due, che ha approfittato del fatto che l'edificio si trova in un punto isolato e non illuminato e dall'assenza di una serratura alla porta di casa per compiere la rapina e l'omicidio. Oppure qualcuno che era a conoscenza del fatto che la donna aveva raccolto i soldi e voleva appropriarsene, ma senza successo: la vittima li aveva nascosti decisamente bene. I carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, diretti dal maggiore Lorenzo Sabatino e coordinati dal colonnello Fernando Nazzaro, hanno già interrogato come persone informate sui fatti gli amici fruttivendoli che hanno trovato la donna in terra senza vita nella sala da pranzo di casa, e due volte il figlio Marco, camionista di 45 anni senza precedenti penali, che vive a Latina con la moglie ucraina. «Con mia madre non avevo contatti da mesi, da tempo non ci vedevamo - avrebbe riferito il figlio della vittima agli investigastori - non c'erano state liti tra di noi». «Milly» Stoppioni viveva in condizioni di abbandono, circondata dai suoi tanti gatti: un'amica dell'anziana ha raccontato che qualche giorno fa la donna avrebbe addirittura trovato in cucina quattro stranieri che, forse proprio grazie alla porta aperta, erano entrati nella casa pensando che fosse disabitata. Gli investigatori quindi non escludono l'ipotesi che a strangolare la donna possa essere stato proprio un balordo che, dopo l'omicidio, ha anche messo a soqquadro la casa di «Milly» cercando invano quei soldi che poi gli investigatori hanno trovato in un tubo della cucina. Intanto stamattina sarà effettuata l'autopsia disposta dal pubblico ministero titolare delle indagini, il magistrato Sergio Colaiocco. Sul collo della donna i militari hanno riscontrato subito lividi che non lascerebbero dubbi sulla morte dovuta allo strangolamento. Al vaglio degli investigatori, anche il racconto di chi la conosceva, secondo i quali la donna a volte avrebbe fatto entrare in casa alcuni clochard che frequentano la zona, a due passi dal Tevere. Tutte le mattina la vittima intorno alle 6,15, con indosso un fratino e in mano una scopa, si occupava di tenere pulita la strada fino a viale Parioli.