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Il Pdl parta dalla riforma della giustizia

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Intanto è necessario ricostruire la fiducia della gente nella giustizia. Chi si affida al giudizio di un magistrato per risolvere, ad esempio, una controversia civile, deve sapere di poter ottenere un verdetto in tempi ragionevoli. Oggi così non è, ci vogliono anni. Con conseguenze a volte paradossali: testimoni morti, gli stessi protagonisti talmente invecchiati che manco più ricordano l'inizio della causa. Altro elemento fondamentale: nonostante quel che dicono alcuni operatori del settore, nei Tribunali si lavora non solo male, ma anche poco. Qualche magistrato si è lamentato con me perché da anni affermo che il pomeriggio è desolatamente vuoto nei palazzi di Giustizia italiani. La giustificazione sarebbe nel fatto che nelle ore pomeridiane i giudici studiano le carte e scrivono le sentenze. È pure capitato che un magistrato impiegasse otto anni per redigerne una, ma si tratta di una disdicevole eccezione. Resto comunque dell'idea che non è giustificabile questo vuoto assoluto dopo le ore 14. Suggerisco al futuro ministro della Giustizia di far fare accurati controlli nei circoli di tennis e di golf. Troverà interessanti motivi di riflessione sulla reale attività pomeridiana di certi magistrati. Nei nostri palazzi di Giustizia c'è ancora troppa carta e troppe penne mangiucchiate. Berlusconi affidi subito a Stanca questa delicata pratica: digitalizzare il sistema giudiziario, rendere più semplice la complessa e spesso stupida procedura burocratica, ridurre in modo drastico la modulistica e tutto il conseguente bollame. C'è poi la questione più delicata: il discorso sulla politicizzazione. Da anni vado sostenendo che in un paese civile accusa e difesa sono sullo stesso piano, mentre il Giudice sta sullo scalino più alto. Per questo è necessario fare quel che fino ad oggi è stato solo tentato: separare le carriere di pubblici ministeri e giudici. Occorre anche portare la Giustizia a scuola e insegnarne i principali meccanismi ai giovani. Ancora troppa gente fa confusione tra pm e giudice. Infine mettere mano alla riforma del Csm, iniziando con l'abolizione dei cosiddetti giudici non togati scelti dalla politica.

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