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Alemanno lancia la sfida: «Andiamo da soli»

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Lo scrollone di Alemanno arriva dal suo quartier generale di via Salandra. «Dopo una lunga riflessione - spiega - siamo giunti alla conclusione che la città si cambia anche cambiando il modo di far politica. Per cui abbiamo deciso di andare al ballottaggio senza apparentamenti formali che sembrerebbero legati a giochi di potere». E dunque gli elettori, anche evidentemente quelli di Storace, «votino secondo coscienza, perché la nostra ambizione è ricomporre il centrodestra, ma nei tempi e nei modi dovuti». Per cui è «giusta la scelta dell'Udc» di lasciare libertà di voto». Un plauso che arriva però proprio nel giorno in cui il coordinamento capitolino Udc dà l'ultimatum a Cesa e Ciocchetti. La base è con Alemanno, si legge nel documento firmato da un centinaio di esponenti locali: i vertici ne prendano atto e si accordino sull'apparentamento, altrimenti appoggeremo lui e gli altri candidati Pdl ancora in corsa per conto nostro. E Storace? Fallita la trattativa per affiancare il suo simbolo al nome di Alemanno sulla scheda, al leader de La Destra non resta che la «solidarietà» da parte dell'ex sodale di Destra Sociale «per gli infami manifesti» che si riferiscono a sue presunte posizioni antisemite e a provvedimenti giudiziari «da cui è stato prosciolto». E naturalmente l'invito a «fare come l'Udc, lasciare libertà di voto, perché se a Roma si votasse secondo coscienza Rutelli non raggiungerebbe il 10%». Un «io ballo da solo» che di fatto libera le mani del candidato Pdl da un alleato che nei giorni scorsi aveva attirato su di sè gli strali della comunità ebraica (che ha dato mostra di apprezzare disdicendo il sit in antifascista previsto per domani), ma anche i sospetti dei moderati. Se a ciò si aggiunge che Alemanno - è l'analisi dei corridoi del comitato elettorale - può sentirsi già in tasca quantomeno buona parte dell'eredità dei voti storaciani, si capisce perchè ieri il candidato Pdl parlasse già di «spoil system» dei cda delle municipalizzate e di mettere a capo della Fondazione Cinema per Roma il regista Pasquale Squitieri al posto del patron del «Modello Roma» Goffredo Bettini. Una stoccata in attesa dello scontro tv con Rutelli. Si farà martedì sera, a Ballarò.

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